Nonostante le gravi condizioni in cui versava, Hai Shaulian ha incitato fino all’ultimo i suoi seguaci a non abbandonare la lotta contro le misure anti-Covid.
Hai Shaulian, uno dei più noti organizzatori di proteste in Israele contro Green Pass, mascherine e vaccini, è morto al Wolfson Medical Center di Holon per le complicanze legate al coronavirus. Aveva 59 anni e di recente aveva pubblicato su Facebook una sua foto scattata proprio in ospedale, dove era collegato al ventilatore polmonare, con una didascalia che recitava: “Non accettate l’obbligo vaccinale. Non arrendetevi. Lo Stato usa metodi coercitivi criminali con noi. Vogliono spazzarmi via”.
“Cari amici – si legge nel suo post -, le mie condizioni sono estremamente critiche. Non posso parlare o rispondere alle persone. Non ho ossigeno e non riesco a stabilizzarmi. Mi sono svegliato questa mattina bagnato fradicio, come se qualcuno mi avesse lanciato diverse secchiate d’acqua. Mi ci è voluta circa un’ora per capire chi sono, dove sono e cosa ci faccio qui. La mancanza di ossigeno è una cosa orribile”.
Come altri movimenti analoghi nel mondo, quello sostenuto da Shaulian sostiene che il Green Pass sia una “limitazione dei diritti” e un “modo per controllare le vite dei cittadini”. Fino all’ultimo momento il suo leader ha incitato i seguaci a non abbandonare l’opposizione alle misure anti-Covid, dichiarando: “Il Green Pass non ha nulla a che fare con il coronavirus e con i vaccini. Ha a che fare solo con la coercizione. Non sarà introdotto in Israele”.
Redazione Nurse Times
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