Circa 3 italiani su 10 trovano un valido motivo per non eseguire i controlli urologici necessari ad individuare l’ ipertrofia prostatica benigna. Perché? Soprattutto a causa di imbarazzo e paura
L’ipertrofia prostatica benigna, caratterizzata da disturbi urinari associati all’ingrossamento della prostata, è una patologia molto comune negli uomini: viene regolarmente diagnosticata nel 50% di quelli sopra ai 60 anni e la percentuale si avvicina drasticamente al 100% in quelli che superano l’ottantina. Ma nonostante il continuo monito degli esperti e le varie campagne informative, ben il 31% degli uomini italiani non si sottopone ai controlli urologici necessari per individuare il problema. E quelli più restii ad effettuare i fastidiosi esami (uno su tutti…), che in qualche modo forse intaccano onore e dignità di alcuni maschi veraci, sono quelli tra i 40 e i 59 anni (64%), soprattutto del Sud (37%), principalmente impiegati (21%) e liberi professionisti (16%).
I motivi? Beh, nella maggior parte dei casi sono l’imbarazzo verso i medici che devono effettuare l’esame (35%) e la paura che parenti e amici vengano a conoscenza della ‘violenza’ subita, oltre che delle proprie condizioni di salute (29%). Ma non solo: c’è infatti chi teme di doversi sottoporre ad un intervento chirurgico (22%), chi ha paura di complicazioni dopo un’eventuale operazione (19%) e chi si ostina stoicamente alla negazione del problema (15%).
Ad affermare tutto ciò è uno studio condotto da Quanta System Observatory in occasione del mese della prevenzione urologica, effettuato con metodologia Woa (Web Opinion Analysis) su circa 1.200 uomini tra i 30 e i 65 anni, attraverso un monitoraggio online sui principali social network, blog, forum e community dedicate.
Così afferma Luca Carmignani, primario di Urologia all’Irccs Policlinico San Donato e professore associato presso l’Università degli Studi di Milano: “Innanzitutto tengo a precisare che fortunatamente l’ipertrofia prostatica benigna non rappresenta un vero e proprio pericolo. Si tratta del fisiologico ingrossamento della prostata a cui tutti gli uomini vanno incontro a partire dai 50 anni. Benché possa procurare sintomi urinari che compromettono non poco la qualità della vita, costringendo spesso persone molto anziane, se non trattata, a ricorrere a soluzioni fastidiose come il catetere permanente, è una patologia che oggi si può curare con successo. È però vero che gli uomini temono molto i disturbi alla prostata, ma ciò perché tendono a fare confusione fra patologie benigne e maligne. Sono portati inoltre a ignorare qualsiasi disturbo o, più precisamente, a non voler ammettere di avere eventuali problemi”.
Fonte: Oggi Salute, Libero
Immagine: Wikipedia
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