Si è appena concluso il webinar voluto da FNOPI e CENSIS per discutere insieme i dati sugli infermieri e la sanità attraverso e oltre l’emergenza.
L’analisi dei dati del Rapporto Censis-Fnopi sugli infermieri e la sanità del futuro evidenzia un elemento essenziale: gli italiani dicono sì a più infermieri.
Per la precisione, il 92,7% degli italiani (con punte fino del 94,3% nel Nord-Est e del 95,2% tra i laureati) ritiene positivo potenziare il numero e il ruolo degli infermieri nel Servizio sanitario nazionale.
Si stimano in 450.000 gli infermieri attivi di cui ci sarebbe bisogno (oggi sono 450.000 gli iscritti, pensionati compresi), ovvero 57.000 più di quelli attuali.
Inoltre il 91,4% degli italiani (il 95,1% delle persone con patologie croniche, il 92,6% dei cittadini nel Sud) ritiene l’infermiere di famiglia e di comunità una buona soluzione per potenziare le terapie domiciliari e riabilitative e la sanità di territorio, fornendo così l’assistenza necessaria alle persone non autosufficienti e con malattie croniche. Il 51,2% è convinto che l’introduzione di questa figura professionale faciliterebbe la gestione dell’assistenza, migliorando la qualità della vita dei pazienti e dei loro familiari.
L’assistenza sul territorio è il tassello fondamentale per la tutela della salute dei cittadini, come anche la pandemia ha dimostrato.
Questo eviterebbe, secondo FNOPI, il ricorso indiscriminato e penalizzante dal punto di vista delle attese e della qualità dell’assistenza erogabile ai pronto soccorso e agli ospedali per acuti. Oggi la figura dell’infermiere di famiglia e comunità assume rilevanza: la figura è prevista nel Patto per la salute 2019-2021 e ora anche dal decreto Rilancio.
Un dato chiaro emerge su tutti: la fiducia che gli italiani hanno nella figura dell’infermiere, a tal punto che mentre il 91% degli italiani ha molta o abbastanza fiducia negli infermieri , l’83% incoraggerebbe un figlio, parente o amico che volesse ad intraprenderne la professione.
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