Questa la conclusione a cui è giunto uno studio condotto sui topi e pubblicato sulla rivista Nature Aging.
La “fuga” delle cellule staminali dal bulbo pilifero è la causa della perdita dei capelli che spesso si verifica con l’invecchiamento. Questa, in estrema sintesi, la conclusione alla quale è giunto uno studio pubblicato sulla rivista Nature Aging. Conclusione che pare smentire l’ipotesi generalmente accettata secondo cui, col passare del tempo, i capelli non crescono più perché le cellule del bulbo pilifero si esauriscono e muoiono.
Gli autori della ricerca hanno osservato a lungo la crescita dei singoli follicoli piliferi nelle orecchie di topi. E hanno notato che, quando gli animali hanno iniziato a invecchiare, a diventare grigi e a perdere i peli, le loro cellule staminali hanno iniziato a “fuggire” dai follicoli piliferi, piccole insenature a forma di tunnel da cui crescono i capelli, attraversano periodi ciclici di crescita grazie all’azione delle cellule staminali che contengono.
Sempre secondo gli autori, l’identificazione di cellule staminali che svolgono un’attività finora sconosciuta di “fuga” dalla loro nicchia fornisce nuove opportunità per comprendere e studiare in modo più approfondito le malattie associate all’invecchiamento. Le cellule staminali, infatti, svolgono un ruolo cruciale nella crescita dei capelli, sia nei topi che nell’uomo, dando origine al fusto del pelo/capello e alla sua guaina.
Dopo un certo periodo di tempo, che è breve per i peli e molto più lungo per i capelli sulla testa, il follicolo si inattiva e la sua parte inferiore degenera. Il fusto del capello smette di crescere e il capello cade, ma solo per essere sostituito da una nuova ciocca non appena il ciclo ricomincia. Infatti, anche se il follicolo si inattiva e muore, rimane una scorta di cellule staminali pronte a dare vita a nuovi capelli.
Redazione Nurse Times
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