Un traguardo importante, quello conseguito lo scorso 2 dicembre in occasione dell’elezione dei membri del Comitato Direttivo Nazionale CIVES avvenuta presso la sede ENPAPI a Roma, che ha designato il neo presidente Maurizio Fiorda
Ed è proprio a lui che la redazione Nurse Times rivolge, attraverso un’esclusiva intervista, alcune domande su quelle che saranno le strategie e le prime attività concrete che caratterizzeranno la sua conduzione dell’associazione.
Quali sono i programmi del nuovo direttivo nazionale CIVES?
“Innanzitutto vi ringrazio per lo spazio concesso a me e all’associazione CIVES, si riparte! Anche se non siamo mai stati fermi, in effetti i soci volontari sono stati allertati e mobilitati per il sisma dal 25 agosto 2016 e ancora oggi sono impegnati nell’assistere le popolazione della Regione Marche insieme al Dipartimento di Protezione Civile (DPC). Sì! si riparte perché nel frattempo è subentrato un nuovo Direttivo Nazionale che dovrà portare avanti l’ottimo lavoro fatto in precedenza e cercare di migliorare quelle criticità che si sono verificate negli ultimi mesi, proprio da queste è nato il nostro impegno come Direttivo Nazionale che si riassume nel programma elettorale che abbiamo presentato e al quale vogliamo dare seguito, quindi principi come maggiore trasparenza, formazione, rivisitazione dello statuto che permetterà una maggiore autonomia dei nuclei provinciali e una gestione amministrativa sia nazionale che provinciale più efficace, una sempre più favorevole e importante comunicazione con le istituzioni con le quali collaboriamo e senza le quali l’associazione andrebbe in difficoltà, insomma gli obiettivi sono molti ma quelli più immediati sono continuare a garantire alla popolazione colpita dal sisma un supporto, insieme al DPC, degli infermieri volontari CIVES e ripartire con la gestione manageriale dell’associazione”.
Quanto è importante in questo particolare momento l’assistenza infermieristica di Protezione Civile?
“E’ molto importante: nella fase immediatamente successiva all’evento calamitoso la popolazione residente in zona rossa o in abitazioni ritenute non agibili è stata trasferita sulla costa o in altre zone più sicure; questo ha creato uno squilibrio nei territori accoglienti, tra le risorse presenti e la richiesta di assistenza, a seguito di un’importante aumento della densità di popolazione. Oltre che quantitativamente, le necessità si sono modificate anche qualitativamente cioè nella tipologia, data la fragilità della popolazione, il contesto logistico e la delicatezza del momento. L’infermiere volontario a disposizione del Dipartimento di Protezione Civile cerca di sopperire a tali difficoltà inserendosi a supporto di un sistema territoriale preesistente garantendo competenze specifiche in assistenza territoriale ed allo stesso tempo conoscenze del sistema di Protezione Civile necessarie per una proficua integrazione con il personale medico infermieristico ma anche con gli psicologi e gli assistenti sociali operanti in tali territori. L’impegno e la programmazione, che insieme volontari e personale istituzionale implementano, sono volti ad accompagnare la popolazione in difficoltà durante un percorso ben definito che si concluderà con il ripristino delle attività ordinarie ed il rientro della popolazione alle abitudini pre evento. Da questo crediamo si evinca l’importanza di esserci come volontari ma soprattutto come infermieri, infermieri CIVES”.
Qual è il suo appello per tutti gli infermieri che intendono partecipare, o per chi non lo è ancora, ai nuovi impegni che il CIVES vorrà sviluppare?
“L’appello rivolto ai colleghi che già conoscono e vivono CIVES è quello di cogliere l’occasione per mettere in pratica sul campo ciò per cui lavoriamo tutti ormai da 18 anni, l’appello è quello di ricordarsi quante volte ci siamo detti che saremo stati pronti a rispondere alla chiamata di una popolazione in difficoltà, e di prendere atto che nessuno meglio di noi in questo momento può affiancare i colleghi sanitari di quei territori, che con affanno stanno rispondendo ad un così importante aumento di richieste.
L’appello a chi invece ancora non fa parte della famiglia CIVES è quello di riflettere su quanto un evento calamitoso possa sorprenderci tutti in qualsiasi posto o momento e che, come le infermiere di Fermo, tutti dovremmo essere pronti a dare una risposta appropriata nel nostro territorio ma anche a supporto dei colleghi di altre Regioni, inoltre è un modo diverso di esercitare la propria professione al di fuori del solito contesto clinico e vi assicuro che l’impatto con la popolazione ha un peso diverso sia per la popolazione stessa che per il professionista, questo lo constatiamo ogni qual volta ci siamo trovati in piazza e non solo in momenti catastrofici, ma anche per fare educazione sanitaria o civile con il DPC, il riscontro che abbiamo ottenuto da parte della popolazione è sempre stato molto positivo, diventa un passaggio fondamentale anche per far conoscere gli infermieri e il lavoro che svolgiamo tutti i giorni nei reparti e che per molti rimane oscuro se non sconosciuto, l’incontro con la popolazione diventa per gli infermieri in generale il nostro miglior spot pubblicitario, se poi è con CIVES… è meglio! Colgo l’occasione per augurare buone feste a tutti e un pensiero particolare a chi le passerà in una tenda o in un container con l’augurio di trovare una soluzione il più veloce possibile”.
La Redazione Nurse Times si congratula per l’importante incarico assunto a capo dell’associazione nazionale CIVES per riprendere quel percorso di rinascita, rinnovamento e crescita culturale e professionale per il quale gli infermieri di Protezione Civile stanno lavorando da tempo con molta dedizione, augurandogli un triennio di dialogo con tutti gli attori istituzionali per difendere i valori degli infermieri volontari del CIVES.
Savino Petruzzelli
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