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Infiammazioni intestinali: i benefici prodotti dal ceppo LA1 del Lactobacillus acidophilus

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Infiammazioni intestinali: i benefici prodotti dal ceppo LA1 del Lactobacillus acidophilus
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I risultati di recenti ricerche ne dimostrano l’efficacia anche contro la colite.

Un team di ricercatori ha scoperto che un particolare ceppo del batterio probiotico Lactobacillus acidophilus, denominato LA1, può avere effetti positivi per quanto riguarda i disturbi infiammatori intestinali provocati dalla permeabilità intestinale. I ricercatori descrivono questa loro scoperta in uno studio apparso sull’American Journal of Pathology.

L’epitelio intestinale, il rivestimento interno dell’intestino, è una sorta di barriera che ci difende da agenti dannosi che possono provocare innanzitutto infiammazioni, prima fra tutte la malattia infiammatoria intestinale (IBD). Quando sorgono difetti di questa barriera si arriva a una condizione denominata permeabilità intestinale, una caratteristica che prolunga e rende ancora più dannosa l’infiammazione. Secondo i ricercatori il ceppo LA1 del Lactobacillus acidophilus sembra procurare un potenziamento prolungato di questa barriera quando difettata, ripristinandola e avendo effetti molto positivi sull’infiammazione.

Altri ceppi dello stesso batterio, nel corso degli esperimenti attuati dai ricercatori, non avevano invece tali effetti. Questo ceppo sembra interagire in maniera particolare con le cellule dell’intestino, attivando percorsi che alla fine portano a un rafforzamento della barriera intestinale. Lo fa attaccandosi alla superficie dell’epitelio e interagendo con il complesso dei Recettori Toll-simili (Toll-Like Receptor, TLR). Questi ultimi sono proteine recettrici che difendono il corpo umano dagli agenti estranei, innescando le risposte immunitarie.

Il ceppo LA1, in esperimenti condotti sui topi, si rivelava efficace anche contro la colite e, in generale, era in grado di prevenire la formazione di infiammazione del colon, come spiega Thomas Ma, ricercatore del College of Medicine della Penn State che ha partecipato allo studio: “Le implicazioni dei presenti risultati sono che questo ceppo batterico può essere utilizzato in un’ampia varietà di disturbi della permeabilità intestinale, tra cui IBD, celiachia, malattia epatica alcolica, steatosi epatica non alcolica ed enterocolite necrotizzante, per trattare l’infiammazione associata all’intestino permeabile”.

Redazione Nurse Times

Fonte: Notiziescientifiche.it

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