Sta per concludersi una tragica estate per gli infermieri francesi, dal mese di giugno fino ad agosto, cinque infermiere si sono suicidate.
Tre di loro hanno lasciato lettere di addio dove chiaramente hanno denunciato le motivazioni del loro gesto estremo: l’essere state abbandonate professionalmente in un sistema organizzativo sempre più disumano.
Purtroppo imperversa un mutismo indecente da parte del Ministro degli Affari Sociali e della Salute, Marisol Touraine, impegnata in altre problematiche sociali: Bourkini e Pokemon.
I mass-media nazionali solo ora ne danno notizia perché fino al 28 agosto gli eventi tragici non erano stati presi in seria considerazione, anzi l’interessamento dei giornalisti francesi è avvenuto dopo che gli infermieri si erano organizzati tra loro, diffondendone la notizia, da diverso tempo attraverso social network tra i quali Facebook e Twitter.
L’indignazione da parte di tutti gli infermieri francesi messi a conoscenza delle tragedie che avevano colpito la categoria professionale è stata enorme.
Da diverso tempo le problematiche lavorative inerenti la professione infermieristica in Francia e quasi o del tutto ignorata dagli organi istituzionali governativi. I sindacati di categoria da molto tempo avevano denunciato lo stato di precarietà e di solitudine in cui stanno vivendo milioni di infermieri, evidenziandone il disagio lavorativo in cui sono sottoposti ogni giorno e dove purtroppo, chi doveva ascoltare ha voluto deliberatamente ignorare, tacendo.
In data 2 settembre 2016, la Presidente del Coordinamento Nazionale degli Infermieri ha scritto una lunghissima lettera aperta al Presidente della Repubblica, Francoise Hollande, nella speranza che le loro richieste fino ad oggi disattese vengano accolte ed atte a garantire la sicurezza e il benessere psicofisico degli infermieri sui luoghi di lavoro:
- rispetto della normativa europea sulla turnazione,
- ripristino delle assunzioni,
- implementazione degli accordi (mai messi in atto) per istituire gruppi di supporto psicologico presenti sul luogo di lavoro, tali da garantire un aiuto concreto al personale sanitario).
Nella lettera la stessa ha informato il Presidente della Repubblica che i suicidi dei cinque infermieri avvenuti in così breve tempo sono la conseguenza delle inumane condizioni di lavoro, a cui gli infermieri erano sottoposti da diverso tempo (la normativa europea vigente anche nel nostro Paese viene costantemente disattesa – ricordo che la normativa è in vigore da diversi anni in Francia) –
“Vi è un incoerenza nel vedere dei colleghi perdere la vita perché inermi nel prestare un’assistenza adeguata ed umana per i quali erano stati formati. Complice di un’assurda strategia illogica del risparmio nel “fare di più con meno”, questo è il prezzo che molti infermieri e pazienti stanno pagando!”
“Quanti morti ci vorranno per rompere il silenzio? Qual è la quota necessaria di suicidi, in modo che le autorità si interessino finalmente del disagio psico-fisico in cui gli infermieri ogni giorno devono far fronte?”
Assunzioni quasi inesistenti e pazienti sempre più numerosi, di conseguenza carichi di lavoro sempre più massacranti; taglio degli stipendi (conseguente all’introduzione della nuova legge “imposta” ai lavoratori pubblici); mobbing e bossing utilizzati in modo dispregevole da coordinatori infermieristici senza scrupoli con il supporto di altri infermieri a loro volta ricattati persino dai dirigenti infermieristici.
Questa è solo la punta dell’iceberg di un sistema sanitario che sta per esplodere e migliaia di infermieri francesi sono sul piede di guerra preannunciando un autunno molto caldo.
Per coincidenza, in una recente indagine della National Health Observatory (ONVS) di Londra, viene segnalato un aumento delle violenze subite negli ospedali nei confronti del personale infermieristico, il 46% ha subito abusi verbali e fisici.
Massimo Randolfi
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