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“Infermieri fuori dal comparto” – lettera alla redazione

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“Infermieri fuori dal comparto” - lettera alla redazione
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Ringraziamo NurseTimes e in particolare il Dott. Giuseppe Papagni, per l’interessamento al nostro gruppo, Infermieri fuori dal comparto. 

Questo gruppo spontaneo nasce dalla sofferenza di centinaia di colleghi che da troppi anni vivono lontani da casa, come schiavi delle Aziende che non rilasciano i nulla osta o rifiutano cambi compensativi, Leggi nazionali che favoriscono le Aziende a discapito dei professionisti. Ricordiamo la nostra collega Antonella che ha lasciato i figli in Sicilia con il marito e lei vive in Romagna da 4 anni vedendoli una paio di volte l’anno. Ricordiamo Matteo padre di due figli in famiglia monoreddito che non riescono ad arrivare a fine mese, per un contratto e uno stipendio mortificante. Gianluca, un collega che lavora nel privato in condizioni molto più svantaggiose rispetto a quelle del pubblico e protestare potrebbe significare perdere il lavoro.

A questo proposito abbiamo attivato una email dove i colleghi possono raccontarci del proprio disagio e se vogliono renderlo pubblico in modo anonimo, [email protected]

Prima del covid, venivamo sempre attaccati dalla stampa anche in fatti di cronaca dove l’infermiere nemmeno era presente fisicamente. Siamo stati i capri espiatori di tutti, medici, aziende, etc.

Adesso con il covid sta venendo fuori tutto il malcontento, ma già prima, i più attenti, avevano notato che la nostra non era altro ma lo è ancora una pentola a pressione pronta ad esplodere.

Una categoria, in Italia, sminuita, martoriata, umiliata per decenni, siamo i meno considerati e retribuiti in Europa, dopo la Grecia. Un contratto e uno stipendio sproporzionali al costo della vita, ai carichi di lavoro, doveri, resposabilità, rischio di contrarre una malattia mortale o portare un batterio killer a casa dai propri figli fino al rischio di fare un errore per stanchezza dovuti ai salti di riposo, facendo del male al proprio assistito venendo esposto non solo a giudizio civile o penale, perdita di lavoro, risarcimento danni per migliaia di euro ma anche e soprattutto portare sulla coscienza il peso di aver fatto del male a qualcuno, pur non volendo.

Con il covid abbiamo visto tutti quei milioni di euro promessi annunciati da alcune regioni, (1000 euro a testa, 1000 euro per tutti) che onestamente nessuno ha chiesto, noi del gruppo auspichiamo interventi seri, radicali e duraturi da parte del Governo e delle forze sindacali. Soldi che la maggioranza degli infermieri non ha visto, mentre moltissimi amministrativi hanno beneficiato ma non vogliamo fare polemica su spiccioli che nemmeno ci interessano.

Noi del gruppo “infermieri fuori dal comparto” abbiamo stipulato un nostro programma dei desideri, stiamo collaborando con qualsiasi gruppo o dirigente sindacale che metta giù la bandiera, questa deve essere una lotta nostra, degli infermieri e siamo stanche di leggere sui social i continui litigi tra dirigenti sindacali a chi c’è l’ha più bello.

Il 3 giugno inizieranno le prime manifestazioni/flash mob sperando in una finale a Roma, magari non stop, ma questo è solo un sogno, per ora. 

Entro domani pubblicheremo una lista delle varie dove i nostri colleghi hanno organizzato flash mob e proteste, esempio il 4 giugno Rimini e Roma, il 5 giugno a Ferrara, l’8 giugno a Ravenna, il 9 a Bologna, Napoli, Salerno, Caserta, ma sono solo alcune città dette a caso.

Nei flash mob non ci saranno bandiere ne simboli sindacali, ma solo una protesta della categoria al male che stiamo subendo, in silenzio da troppi decenni. Saremo solo vestiti di bianco. Ci sarà un minuto di silenzio per onorare i nostri colleghi caduti per la patria.

Questo è un periodo storico che non si ripeterà mai più, sembra brutto dirlo ma è un occasione da non perdere. Sono decenni che tolgono diritti, in primis l’articolo 18, hanno creato infermieri di serie A di serie B, tempo determinato e tempo indeterminato, infermieri pubblici e infermieri privati, infermieri covid e infermieri non covid.

Dividi e impera.

Tutte le evidenze internazionali dimostrano che maggiore è il numero di infermieri rispetto ai pazienti minore saranno le infezioni ospedaliere, le piaghe da decubito e le morti, con un risparmio di milioni di euro anno.

Un infermiere felice è un infermiere che lavora meglio e fa risparmiare soldi. 

Infermieri fuori dal comparto – il nostro programma sogno:

– USCIRE DAL COMPARTO

– RICONOSCIMENTO QUADRI

– VOGLIAMO LE MOBILITA’ LIBERE, SI ALLA PROPOSTA DI LEGGE DE PILLA

– NUOVO CONTRATTO

– NON CHIEDIAMO STIPENDI D’ORO MA DIGNITA’

– BASTA DIVISIONI, EQUIPARARE IL CONTRATTO DEI COLLEGHI NEL PRIVATO A QUELLO DEL CCNL

– BASTA PRECARI

– PORTARE LE GRADUATORIE A TERMINE

– ALTRA PROPOSTA SAREBBE DI CONSENTIRE AD ALTRE REGIONI DI ATTINGERE DALLA GRADUATORIA IN CORSO, PREVIO CONSENSO DEL COLLEGA.

– LIBERA PROFESSIONE

– POI UN FUTURO VORREMMO LA NOSTRA FACOLTA’, LE NOSTRE CATTEDRE.

-ETC ETC

Solo i primi 4 punti sarebbero un sogno che si realizza, una grande vittoria. 

Solo chi sogna impara a volare, purtroppo noi infermieri, abbiamo più volte dimostrato di essere come aquile che hanno paura di volare.

Venite su “infermieri fuori dal comparto” , contattateci, iscrivetevi, invitate i vostri amici e organizziamoci in ogni città d’Italia, siamo pronti anche ad organizzare picchetti non stop.

Insieme faremo la storia 

Ora o mai più. Un giorno, forse, potrete dire IO C’ERO. 

Infermierifuoridalcomparto@Yahoo punto com 

Infermieri ribelli

Paladina infermieri

Martina Bella

V.P.

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