Nursind: “Un altro tassello che si aggiunge alla nostra battaglia per i diritti dei lavoratori”.
La Commissione Lavoro del Senato, guidata da Nunzia Catalfo, ha varato un disegno di legge per garantire maggiori tutele ai lavoratori della sanità a partita Iva. La norma vuole contrastare il falso lavoro autonomo, “definendo in maniera certa e uguale per tutti – si legge nell’introduzione – quelli che sono i rapporti di lavoro subordinato e il trattamento economico, attraverso l’obbligo che non sia inferiore a quello previsto dai contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative”.
Nel dettaglio, la norma considera “prestatore di lavoro subordinato chiunque si obblighi, mediante retribuzione, a collaborare nell’impresa, prestando il proprio lavoro intellettuale o manuale, alle dipendenze e secondo le direttive, almeno di massima, dell’imprenditore, anche nei casi nei quali non vi sia la predeterminazione di un orario di lavoro e il prestatore sia libero di accettare la singola prestazione richiesta, se vi sia la destinazione al datore di lavoro del risultato della prestazione e se l’organizzazione alla quale viene destinata la prestazione non sia la propria ma del datore di lavoro”.
Vengono dunque introdotti paletti più rigidi per il ricorso al lavoro autonomo. E soprattutto, dal punto di vista economico, si stabilisce che debba essere “proporzionato alla quantità e qualità del lavoro prestato, e comunque non inferiore ai minimi previsti dal contratto collettivo applicabile all’attività prestata”.
Si tratta di un fenomeno molto diffuso in Sicilia. “Nella sanità siciliana è sempre più dilagante il ricorso a infermieri a partita Iva”, dicono dal sindacato Nursind, che si era scagliato contro i presunti abusi per favorire questo personale, spesso inserito nella turnistica a copertura dei vuoti d’organico, così come il personale a tempo determinato o indeterminato, ma con rapporto di lavoro subordinato. Una sorta di “escamotage utilizzato per assumere personale flessibile per motivazioni che non ci paiono chiare”.
Tra le aziende segnalate figurano: il Civico di Palermo, sia nei reparti sia al Sues 118; il “Cannizzaro” di Catania presso la centrale operativa Sues 118; l’Asp 3 di Catania nelle Suap; il “Garibaldi” di Catania presso il pronto soccorso generale, l’Hospice Pediatrico, che ha anche pubblicato un avviso pubblico per il reclutamento in urgenza di personale a partita Iva dalla graduatoria di bacino del “Cannizzaro”; l’Asp di Siracusa presso le ambulanze del Sues 118; l’Asp di Messina presso gli ospedali di Lipari, Milazzo, Taormina e Messina Nord. Circa mille, secondo le prime stime, i lavoratori inquadrati a partita Iva, di cui 200 in servizio nelle aziende pubbliche.
Sostiene Salvo Vaccaro, vicesegretario nazionale del Nursind e alla guida della segreteria territoriale di Catania: “Questa norma è un altro tassello che si aggiunge alla nostra battaglia per i diritti dei lavoratori. Dopo l’intervento dell’assessorato al Lavoro, che ha disposto ispezioni negli ospedali per contrastare eventuali abusi, adesso anche la politica è intervenuta con un contributo fattivo per regolamentare un settore che rischia invece di penalizzare fortemente gli infermieri”.
Redazione Nurse Times
Fonte: Giornale di Sicilia
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