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“Codice rosso”, il plauso di Opi Firenze-Pistoia

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“Codice rosso”, il plauso di Opi Firenze-Pistoia
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L’Ordine degli infermieri toscano commenta il provvedimento a tutela delle donne.

Dopo il “codice rosa” regionale, ecco il “codice rosso” con cui il Governo introduce modifiche al Codice di procedura penale per incrementare la tutela per le donne vittime di violenza. L’Opi Firenze-Pistoia, da sempre impegnato in iniziative per la sensibilizzazione sul tema della violenza sulle donne, accoglie con favore la notizia dell’approvazione in Consiglio dei ministri del disegno di legge proposto dai ministri della Giustizia, Alfonso Bonafede, e della Pubblica amministrazione, Giulia Bongiorno.

L’approvazione del “codice rosso”, ha come obiettivo quello di garantire una maggiore tutela alle vittime di maltrattamento, violenza sessuale, atti persecutori e lesioni, commessi in contesti famigliari o nell’ambito di relazioni di convivenza, assicurando la tempestività dell’adozione degli interventi cautelari o di prevenzione e preservando l’incolumità delle vittime di violenza. In pratica il Ddl assicura una “corsia preferenziale” alle denunce di violenza, proprio come succede in ambito sanitario con il “codice rosa”.

«Siamo soddisfatti che sia stato fatto un altro passo avanti per la tutela delle vittime di violenza – commentano da Opi Firenze- Pistoia . C’è bisogno di attenzione su tutti i fronti riguardo a questo fenomeno, un’attenzione che portiamo avanti giorno per giorno sui nostri luoghi di lavoro, ma anche sostenendo iniziative di sensibilizzazione ad hoc e formando i nostri iscritti per promuovere percorsi di consapevolezza sul tema. È un provvedimento che si va ad aggiungere al “codice rosa”, nato in Toscana, con cui possiamo attivarci già al momento dell’arrivo della vittima di violenza in pronto soccorso».

In particolare, tra i punti del Ddl, c’è la modifica dell’articolo 347 del Codice di procedura penale che introduce l’obbligo per polizia giudiziaria di riferire immediatamente al pm le notizie di reato relative anche ai delitti di maltrattamento, violenza sessuale, atti persecutori e lesioni aggravate, commessi in contesti famigliari o nell’ambito di relazioni di convivenza, senza valutare se sussistono ragioni di urgenza. Lo scopo è quello di avviare tempestivamente la procedura, potendo adottare provvedimenti “protettivi o di non avvicinamento”.

Prevista anche la modifica dell’articolo 362 del Codice di procedura penale per garantire l’ascolto della vittima da parte del pm entro tre giorni dalla iscrizione della notizia di reato, nonché l’integrazione dell’articolo 370 dello stesso Codice, obbligando la polizia giudiziaria a dare priorità allo svolgimento delle indagini delegate dal pm, senza valutazioni discrezionali sull’urgenza, nel caso in cui si proceda per tutta una serie di reati. Viene introdotto anche l’obbligo di formazione per gli operatori di polizia, arma di carabinieri e corpo di polizia penitenziaria per fornire competenze specialistiche necessarie a fronteggiare questo genere di reati.

Redazione Nurse Times

 

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