Subì una selvaggia aggressione il 27 marzo del 2016, quando nel Pronto soccorso dell’ospedale Villa Sofia di Palermo fu sorpreso alle spalle da un uomo non identificato, che lo colpì ripetutamente, fino a farlo stramazzare al suolo privo di sensi. E’ la storia di un infermiere originario di Salemi, che in quella circostanza rimase in prognosi riservata per 24 ore, dopo essere stato trasportato in sala Shock Room in codice rosso e sottoposto alle cure del medico di turno.
“Paziente con trauma cranico commotivo ed escoriazione multiple al capo, al volto, al collo e al torace – fu scritto nel referto -. Prognosi di giorni 30, salvo complicazioni”. Una storia che nei giorni scorsi ha vissuto l’ultimo capitolo. L’Azienda ospedaliera, infatti, è stata condannata in sede civile a risarcire l’infermiere con una somma di circa 5.500 euro per i danni fisici permanenti subiti.
Dopo la denuncia contro ignoti, archiviata dagli inquirenti perché il sistema di videosorveglianza non funzionava, l’infermiere tentò inutilmente una mediazione con l’ospedale per ottenere un risarcimento. Quindi presentò ricorso al giudice del lavoro di Palermo, che alla fine gli ha dato ragione.
“Mi ritengo soddisfatto della sentenza – commenta l’avvocato Piero Di Vita, difensore dell’infermiere aggredito -. Quello che non capisco è perché l’Azienda ospedaliera non ripari il sistema di videosorveglianza. Qualche unità esterna di sorveglianza farebbe da deterrente per alcuni utenti impazziti e tutelerebbe i propri sanitari. La verità è che con questi continui tagli alla sanità l’indirizzo è e sarà questo”.
Redazione Nurse Times
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