Intervista a Giorgia, infermiera di Roma laureata a fine 2015 che ha ricevuto un’offerta di lavoro che ha davvero dell’incredibile. Una delle tante ignobili proposte di questo periodo totalmente fuori controllo.
Ti sei laureata da poco. Parlaci in breve di te, del tuo percorso e della tua scelta di diventare infermiera.
Mi chiamo Giorgia e ho 25 anni. Non appena diplomata come Operatrice dei Servizi Sociali, ho subito affrontato il test di ingresso per entrare nella facoltà di Infermieristica dell’Università di Tor Vergata. Perché? Nei miei giochi, da bambina, c’era sempre qualcuno da curare e da assistere… Bambole, amichette e anche l’allegro chirurgo! La scelta è stata condizionata anche dal tipo di professione, che permetteva (così dicevano) la sicura opportunità di trovare un posto di lavoro dopo la laurea. Mi sono laureata il 17 novembre del 2015.
Stai provando ad inserirti nel mondo del lavoro. Ciò che stai vivendo è in linea con le tue aspettative?
Durante il mio percorso universitario ho cercato e trovato un lavoro, così da gravare economicamente il meno possibile sulla mia famiglia. Si trattava di un call center e questa attività mi ha accompagnato alla laurea. Da lì in poi, ho iniziato a consegnare ed inviare Curricula per poter finalmente iniziare la mia carriera di professionista sanitaria. Col passare delle settimane e dei mesi, però, in cui non ho ricevuto neanche una chiamata per eventuale colloquio di lavoro, il mio entusiasmo ha iniziato a vacillare. Ed ho iniziato a prendere consapevolezza di essermi laureata da infermiera in un paese dove purtroppo la sanità è in ginocchio. Le mie aspettative? Sono cadute in picchiata. Per fortuna non ho mollato il call center!
Durante i tuoi studi universitari ,ti è stata presentata la situazione attuale del nostro SSN? Eri a conoscenza delle difficoltà odierne che stiamo vivendo noi infermieri in questo interminabile periodo di crisi?
No, all’Università non mi hanno presentato un bel niente. Solo durante il tirocinio, ascoltando i problemi dei futuri colleghi, sono venuta a conoscenza del periodo tragico che la nostra sanità sta vivendo e che la mia idea di trovare un “lavoro sicuro” era un bel po’ a rischio. Ero comunque ancora piena di speranza…
Mi hai contattato perché hai ricevuto un’inquietante offerta di lavoro… che fa riflettere sul trattamento riservato oggi a noi professionisti dell’assistenza. Vuoi raccontarcela?
Certamente. Sono stata contattata da un centro polifunzionale di Roma per un colloquio di lavoro. Durante quest’ultimo, appena iniziato, il titolare della struttura ha iniziato subito a parlare di ‘sostanza’: la retribuzione. Wow, ero emozionata. Questa poteva essere percepita in due modalità: con partita iva o con ritenuta d’acconto. Quindi di contratto neanche a parlarne. Ma il bello doveva ancora arrivare… Mi ha offerto 1000 euro lorde (!) con la p.iva e 600 (!!!) con ricevuta. Si parlava di 6 ore e mezza di lavoro al giorno, tutti i giorni tranne sabato e domenica. Quasi un full time, in pratica. “Il tuo lavoro sarà per il 40% infermieristico, inizierai con prelievi ematici, ECG, Spirometrie”, mi ha detto. Cioè? E il resto? “Pratiche burocratiche”, aggiunse, da sbrigare insieme al medico legale. Una sorta di segretaria del medico, quindi. E avrei dovuto trasportare io il sangue in un altro laboratorio distaccato. Sono rimasta delusa ed allibita da tutto questo. Logicamente non ho accettato, sono ancora alla ricerca di lavoro e mi domando: ma come è possibile che ci trattino così? Possono farlo? Perché in tanti accettano queste condizioni? Chi dovrebbe vigilare sulla professione e su questi personaggi perché non lo fa? Mi sono comunque fatta i miei conti, ed anche questo mi ha a dir poco traumatizzata: a livello economico… mi è convenuto rimanere al call center. Guadagno meglio ed ho più stabilità come operatrice di un call center con contratto a progetto che come infermiera!!!
Pensi che il Curriculum serva ancora a qualcosa o… qui in Italia le strade per poter lavorare rimangono altre?
Penso che ora come ora non serva più a nulla. O meglio, serve solo a chi ha comunque il vantaggio di usufruire di un “bel calcio nel sedere” da parte della persona giusta.
Cosa ti aspetti, professionalmente parlando, dal tuo futuro?
Spero che avvenga qualcosa di importante, per cui finalmente gli ospedali si ringiovaniscano un po’ grazie a nuove assunzioni. Servono giovani, in sanità. Servono concorsi. Il precariato e la disoccupazione stanno distruggendo professioni, mestieri ed intere famiglie. Sogno un lavoro sicuro in ospedale, ma… al momento può essere solo un sogno.
In bocca al lupo, cara Giorgia. Non smettere di sognare.
Alessio Biondino
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