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Incideva le sue iniziali sugli organi trapiantati: chirurgo a processo in Inghilterra

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Incideva le sue iniziali sugli organi trapiantati: chirurgo a processo in Inghilterra
In this photo taken Monday, Oct. 15, 2012, a sign outside the Queen Elizabeth hospital, where Pakistani girl Malala Yousufzai is being treated, in Birmingham, England, Monday, Oct. 15, 2012. Birmingham Police say they questioned two people at the hospital where Yousufzai is recovering after being shot, raising fears about the girl's security amid pledges by the Taliban to finish the job. (AP Photo/Alastair Grant)
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L’inquietante vicenda ha per protagonista Simon Bramhall, medico dell’ospedale universitario Queen Elizabeth di Birmingham.

Simon Bramhall, uno dei migliori chirurghi dell’ospedale universitario Queen Elizabeth di Birmingham è finito alla sbarra  per una grottesca quanto bizzarra abitudine. Ho inciso io le iniziali sul fegato dei pazienti. Questo è quanto avrebbe ammesso davanti ai giudici, ammettendo le proprie responsabilità.

Incideva le sue iniziali sugli organi trapiantati: chirurgo a processo in Inghilterra 1
Simon Bramhall.

Grazie allʼuso di gas argon lasciava regolarmente la sua firma sugli organi trapiantati ai pazienti. Il suo “vezzo” è stato scoperto per caso nel 2013 da un collega che ha nuovamente operato un paziente del dottor Bramhall, riscontrando l’incredibile firma sull’organo recentemente trapiantato. Il “chirurgo Zorro”, come ribattezzato dalla stampa britannica, ha lavorato per dodici anni all’ospedale britannico Queen Elizabeth, fino al maggio del 2014. Dopo aver ammesso i suoi “errori”, presentò le proprie dimissioni.

Secondo i periti non sarebbe possibile stabilire con certezza quanti pazienti siano stati “marchiati” dal medico. La firma apposta attraverso l’uso improprio del gas argon scomparirebbe nel giro di poche settimane, senza lasciare alcun segno. L’avvocato difensore punta sul fatto che il chirurgo non fosse da solo in sala operatoria mentre incideva le proprie iniziali sui pazienti anestetizzati. Pertanto, tutto si sarebbe svolto “in presenza di colleghi”. Secondo l’accusa, invece, le azioni del medico sarebbero state compiute “con disprezzo per i sentimenti dei pazienti incoscienti”.

Simone Gussoni

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