Un debito di 900 ore rilevato al 28 febbraio scorso nei confronti della propria azienda è costato oltre 12.000 euro ad un infermiere anconetano dipendente dell’Area Vasta
Il professionista ha ricevuto la notifica a procedere al recupero economico del monte ore in debito, quantificato in circa 12.000 euro. Subirà pertanto la decurtazione di un quinto dello stipendio, fino alla restituzione dell’importo.
L’infermiere non sarebbe l’unico ad aver ricevuto tale comunicazione. Altri dipendenti si trovano nella stessa situazione ma con debito orario inferiore e per importi al massimo di 700 Euro.
«La colpa non è degli infermieri, è inadempiente l’Asur» contesta il segretario del Nursind, Maurizio Pelosi che ha inviato una diffida all’azienda sanitaria .
Il segretario provinciale del sindacato di categoria sottolinea che le 36 ore settimanali disposte dalle normative vigenti, non sono mai state garantite agli infermieri e come tale grave criticità fosse già nota all’azienda.
«Il Nursind aveva sollevato il problema più volte ma l’azienda invece di trovare una soluzione ha preferito sfruttare questo abuso, pensando di averne un congruo profitto sulle spalle dei lavoratori» afferma Pelosi.
«Gli infermieri hanno sempre rispettato gli orari di servizio programmati dall’azienda, quindi è profondamente ingiusto che ora debbano pagare le conseguenze di una scorretta gestione delle risorse umane realizzata dalla stessa dirigenza dell’Area vasta». Maurizio si domanda come mai l’Area vasta 5 procede al recupero del debito orario ma non è disposta a retribuire il lavoro straordinario.
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