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Imola, condizioni di lavoro insostenibili al Santa Maria della Scaletta

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Imola, condizioni di lavoro insostenibili al Santa Maria della Scaletta 1
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Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa a firma di Alfredo Sepe, segretario provinciale di Fials Bologna, che denuncia il grave e cronico stato in cui versa il reparto di Medicina interna dell’ospedale Santa Maria della Scaletta di Imola. I professionisti che vi lavorano, oppressi da carichi di lavoro smisurati, accusano malori e si vedono costretti al ricovero in pronto soccorso per le cure del caso.

Imola, condizioni di lavoro insostenibili al Santa Maria della Scaletta
Alfredo Sepe.

Fials, Federazione italiana autonomie locali e sanità, Provincia di Bologna, sigla sindacale maggiormente rappresentativa a livello nazionale e firmataria del Ccnl, aderente alla Confederazione sindacale Confsal, che conta sull’intero territorio nazionale oltre 1.000.000 di iscritti nella sola città metropolitana e oltre 2.500 associati, denuncia il netto declino e il peggioramento delle condizioni di lavoro in cui si trovano a operare gli operatori del reparto di Medicina dell’ospedale Santa Maria della Scaletta di Imola.
In particolare:

  • Deficit cronico del numero di oss (operatori sociosanitari) deputati all’assistenza igienico/domestica/alberghiera (12 in tutto).
  • Dimezzato il numero degli oss da oltre 25 giorni nei turni diurni.
  • Totale assenza degli oss nel turno notturno.
  • Assenze programmate del personale, non ancora sostituite o sostituite parzialmente, che obbligano gli infermieri a doppi turni anche di 13 ore consecutive.
  • Sostituzioni a cui non viene garantito il giusto periodo di affiancamento/formazione nella nuova unità operativa, vista la carenza cronica di personale.
  • Demansionamento infermieristico per la sistematica e quotidiana compensazione data dalla carenza del personale addetto alle mansioni igienico domestiche alberghiere.

Senza contare le riorganizzazioni selvagge. Nel reparto in questione si obbliga il personale infermieristico a vedere ridotto l’orario di consegna (presa in carico dei pazienti con scambio dei flussi informativi inerenti allo stato di salute e bisogni assistenziali), a effettuare doppi turni e rientri sul giorno di riposo, creando difficoltà ad andare in ferie. Il tutto a causa della carenza cronica di personale. Nonostante si sia rivelato fallimentare, si vuole uniformare il modello di riorganizzazione approvato nel reparto oggetto di denuncia a tutti i reparti del Dipartimento medico-oncologico (Geriatria, Medicina B).

Aumentano, inoltre, infortuni sul lavoro e malattie. Già a gennaio un’infermiera è stata costretta alle cure mediche durante il servizio per i carichi di lavoro sostenuti. In data 28 febbraio un infermiere ha accusato forte malessere si è visto assistere d’urgenza dai colleghi in turno, costretto poi al ricovero in pronto soccorso e alle cure del caso. Nei giorni scorsi due operatori, in momenti diversi, sono svenuti per alcuni secondi e sono stati costretti a lasciare il servizio.

Siamo anche preoccupati per la qualità delle prestazioni clinico-assistenziali svolte a favore dei cittadini. Un personale così stanco non può erogare servizi di qualità e può incorrere anche in responsabilità penali e professionali per eventuali danni cagionati a soggetti terzi i.

Viste le condizioni lavorative e l’atteggiamento irresponsabile e negazionista dell’Azienda Usl di Imola, che non è intervenuta in maniera definitiva per risolvere i problemi già da tempo denunciati (gennaio 2018), siamo costretti a presentare un esposto in Procura della Repubblica al fine di tutelare i nostri associati e i lavoratori tutti.

Alfredo Sepe – Segretario provinciale

 

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