Infermieri & formiche: un’equazione possibile secondo il longevo presidente IPASVI di Napoli Ciro Carbone
Egli ha sentenziato: “Gli operatori hanno fallito. Per quello che è successo sono coinvolti al pari di chi ha responsabilità della direzione sanitaria del presidio”. Ma gli infermieri dovevano denunciare il degrado o no?
NAPOLI – Tutti colpevoli, nessun colpevole. Anzi nel caso della donna ricoverata nell’ospedale San Paolo di Napoli e ricoperta di formiche, c’è chi distribuisce responsabilità preventive.
Così un caso di malasanità (?) o, più realisticamente, di cattiva gestione della struttura ospedaliera, diventa occasione per puntare l’indice sugli infermieri che operano in quell’azienda sanitaria.
Probabilmente il dott. Carbone voleva sfruttare l’eco mediatico della foto che ritrae una paziente devastata dalle formiche, diversamente dalla facilità di tratteggiare uno “0 (ZERO)” con un bicchiere (rotondo), le sue dichiarazioni ai media rischiano di determinare nell’immaginario collettivo una lettura distorta sulla responsabilità dell’accaduto.
Per Carbone, la colpa dell’accaduto è dell’infermiere poichè “non sono stati vicini alla paziente”.
Le parole sono del presidente del Collegio interprovinciale Ipasvi di Napoli, Ciro Carbone, in occasione dell’intervista rilasciata alla trasmissione “Effetto giorno” di Radio24 (ASCOLTA).
Concetto che fa il paio con quanto il presidente degli infermieri napoletani aveva già dichiarato ufficialmente con una nota stampa:
“Gli infermieri – si legge – che da sempre hanno legato la propria missione professionale ai bisogni del cittadino/ammalato, sono coinvolti al pari di chi ha la responsabilità della direzione sanitaria del presidio”.
In pratica gli infermieri dell’ospedale San Paolo sarebbero colpevoli della mancanza di igiene della struttura, perché quando c’è un’invasione di formiche di questo si tratta.
Il presidente del Collegio Ipasvi di Napoli ha sentenziato, e lo ha fatto pubblicamente, senza neanche concedere ai suoi colleghi il merito di aver portato alla luce (con tanto di clamore mediatico) quello scempio.
In pratica gli infermieri pensavano di chiedere grazia, denunciano in quali luoghi sono costretti a lavorare ed invece hanno ricevuto giustizia dal loro presidente.
Lo stesso ai microfoni di Radio 24 chiama in causa tutta la catena decisionale dell’ospedale: “E’ impossibile che una coordinatrice non controlli chi deve fare qualcosa”.
Carbone che, per sua stessa ammissione, “è rimasto sconvolto” da questo episodio, prova anche a difendere i suoi colleghi sostenendo che “le responsabilità non possono essere addebitate agli infermieri”.
Insomma delle due l’una: o i colleghi di Carbone sono responsabili di quanto accaduto all’ospedale San Paolo o non lo sono.
Ed è sempre il presidente a chiedere che vengano accertate subito “le reali responsabilità, a partire da chi non ha vigilato sull’igiene della struttura e sulla sicurezza del paziente”.
Ecco, uno dei quesiti che resta insoluto, ed è proprio quello sull’igiene della struttura: tocca agli infermieri vigilare o, in casi come quelli di Napoli, il compito è quello di denunciare le anomalie?
Così gli infermieri, anche questa volta, sono finiti sul banco degli imputati, anzi sono diventati oggetto di pesanti accuse anche da parte del direttore sanitario dell’ospedale San Paolo, Vito Rago, la cui parole (dette a microfoni spenti al giornalista del Tg4) bastano e avanzano:
“L’infermiere che ha scattato la foto alla paziente prima di intervenire andrebbe preso a calci nel sedere”.
Lui, l’infermiere, avrebbe dovuto stare zitto e mosca, anzi, formica.
Salvatore Petrarolo
Foto: web
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