ROMA – Un’infermiera e un tecnico radiologo. Una cassiera e una sceneggiatrice. Un vigile del fuoco e un attore. Tre donne e tre uomini reclusi in casa di fronte ad un nemico sconosciuto, invisibile e mortale, lontani da amici e familiari, soli con le proprie paure e le proprie angosce ma anche forti dei propri sorrisi e speranze.
Sei storie intime raccontate attraverso un video-diario quotidiano registrato con il telefonino durante i mesi più difficili e bui per l’Italia, i primi novanta giorni dell’emergenza Covid.
C’è tutto questo ne ‘L’invisibile’, il documentario ideato, realizzato e prodotto da Pier Francesco Cari visibile su Amazon Prime Video, Apple Tv e Google Play.
In un’ora e cinque minuti “L’invisibile” prova a raccontare un’emergenza mondiale senza precedenti, che ha cambiato radicalmente il nostro modo di vivere e segnato un’intera generazione, attraverso la quotidianità di persone normali, gente comune come milioni di altre nel mondo che da un giorno all’altro hanno visto le proprie vite stravolte dal virus.
Ed è proprio la normalità del racconto, la routine quotidiana dei sei protagonisti ‘signori nessuno’, che consente a chi guarda il documentario di specchiarsi e ritrovarsi in quelle parole e quei gesti.
Non sono le bare di Bergamo, non sono le conferenze stampa di ministri e tecnici, non sono le terapie intensive e gli ospedali al collasso, il cuore del documentario: lo sono, invece, le difficoltà quotidiane, l’intimità delle case, i pensieri e i valori di ciascuno, le priorità che cambiano.
Tra i protagonisti di questo video-diario quotidiano, c’è Ketty, infermiera da 23 anni che dopo un giro dell’Italia è tornata a casa sua, a Catania, alla rianimazione dell’ospedale Cannizzaro. Ogni mattina il dilemma di questa infermiera è sempre lo stesso: continuare a svolgere il suo lavoro con amore, senza farsi troppe domande e senza pensare troppo ai rischi, e continuare a vedere suo figlio di dieci anni solo attraverso lo schermo del telefonino o mollare tutto? E anche quella di Bruno, tecnico radiologo dell’ospedale di Parma è una storia piena di situazioni al limite del collasso.
Ma ci sono anche le vicende personali di Matteo, un attore che a marzo di due anni fa avrebbe dovuto iniziare una tournee con due suoi spettacoli e invece si è dovuto rinchiudere come milioni di italiani e Alfonsina, che fa la cassiera in un supermercato a Napoli e che, come milioni di italiani, ha rischiato la vita per garantire i servizi essenziali.
Donne, e uomini, come tanti, che hanno dovuto affrontare un nemico mortale e, appunto, ‘Invisibile’. Quel coronavirus che, in tutto il documentario, non è mai nominato.
Redazione Nurse Times
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