Grazie a sistemi diagnostici avanzati, procedure ibride e tecniche di intervento transcatetere
La cardiochirurgia internazionale si è data appuntamento per una due giorni dedicata alle più recenti innovazioni nella diagnosi e nella cura della patologia mitralica
Il Presidente del MICS Speziale: “Ogni anno si registrano 250.000 nuovi casi in Europa, ma la diagnosi è troppo spesso tardiva. I progressi della cardiochirurgia in questo ambito hanno offerto una chance a pazienti sino a qualche tempo fa considerati incurabili”
Lecce, 17 giugno 2022 – Si chiude oggi il MICS 2022, il congresso biennale ideato e organizzato dalla Mitral Academy che riunisce i massimi esperti internazionali nel trattamento delle valvulopatie mitraliche per condividere in una due giorni di sessioni, dibattiti e confronto, le più recenti innovazioni in merito alla diagnosi e alla cura di questa patologia.
L’evento ha ospitato 300 partecipanti in presenza, nella splendida cornice del Castello Carlo V di Lecce, oltre ai molti collegati in diretta streaming
Il programma, suddiviso in 5 sessioni per un totale di 27 speech, ha affrontato tutti gli aspetti delle patologie mitraliche: Imaging, ovvero la diagnostica per immagini e le tecnologie di guida per gli interventi, Special Issues, durante le quali si è cercato di dare risposta ai quesiti del futuro della cardiochirurgia con uno sguardo ai numeri del presente delle patologie delle valvole, Chirurgia mininvasiva, Chirurgia transcatetere e Procedure combinate per la chirurgia della valvola mitrale, per un’analisi multidisciplinare dello stato dell’arte della patologia mitralica.
“La valvulopatia mitralica è una patologia che interessa un’ampia fetta della popolazione over 65: ogni anno si registrano 250.000 nuovi casi in Europa, ma la diagnosi è troppo spesso tardiva. Fortunatamente oggi possiamo contare su tecnologie all’avanguardia che consentono diagnosi precoci e precise e su tecniche chirurgiche mininvasive che puntano alla riparazione più che alla sostituzione – spiega il prof. Giuseppe Speziale, presidente del MICS e della Mitral Academy –. I progressi della cardiochirurgia in questo ambito hanno offerto una chance a pazienti sino a qualche tempo fa considerati inoperabili, offrendo loro anche una qualità di vita decisamente migliore, ma richiedono un costante e accurato aggiornamento, una formazione specifica da parte del cardiochirurgo e del cardiologo interventista, ed un’ampia e consolidata esperienza. Per questo è necessario un continuo monitoraggio delle pratiche chirurgiche e delle novità del settore. Il MICS è l’unico congresso in Europa completamente dedicato alla diagnosi e alla cura della patologia mitralica e un appuntamento prezioso per gli specialisti del settore che in questo modo hanno la possibilità di condividere la cultura mitralica a più livelli possibili”.
Secondo i dati presentati al MICS, dal 2015 al 2019 il numero di interventi di valvuloplastica o sostituzione di valvola in Italia sono passati da poco meno di 30 mila l’anno a oltre 35 mila. Nel 2020, anno segnato dall’esplosione della pandemia, si è registrata una riduzione degli interventi del 17,9%. La mortalità a 30 giorni per valvuloplastica o sostituzione valvolare, invece, è rimasta pressoché invariata nel 2020 al 2,4% rispetto al 2019 dove era al 2,3%.
Un’incidenza così bassa della mortalità è dovuta a interventi di riparazione o sostituzione valvolare sempre meno invasivi che si avvalgono di tecniche estremamente sofisticate per offrire la miglior opzione terapeutica al paziente, tecnologie all’avanguardia sia in ambito diagnostico che in sala operatoria.
Negli ultimi anni sono state immesse sul mercato nuove tecnologie che consentono di impiantare protesi biologiche mitraliche o riparare valvole mitrali con approcci mininvasivi, percutanei o all’occorrenza combinati. Si tratta perlopiù di tecniche nuove o nuovissime e per alcune di queste all’interno del MICS vengono presentati i primi dati clinici sulle persone.
Chirurgia mitralica: dalla mininvasività di oggi alle procedure transcatetere di domani
La sessione del congresso dedicata alla chirurgia mininvasiva ha presentato i risultati e le esperienze nell’impiego delle tecniche transcatetere – come la tecnica Valve in valve, Valve in ring e la MitraClip – ovvero tutte quelle tecniche con accesso dalle vene femorali senza dover aprire il torace; della tecnica direct view, nella quale l’operatore ha una visione piena del campo chirurgico, sebbene in approccio mininvasivo, che si contrappone alla videoscopica, dove il cardiochirurgo si serve di un monitor che riproduce le immagini raccolte da una piccola videocamera inserita nel corpo del paziente attraverso minimi tagli. Ma anche della tecnica transascellare, che prevede l’accesso da parte del chirurgo tramite un piccolo taglio nell’incavo ascellare con risultati estetici eccellenti, o ancora della nuova tecnica robotica, che prevede l’uso di speciali consolle attraverso le quali il chirurgo guida bracci meccanici che consentono una precisione e un’accuratezza estreme del gesto operatorio.
Spesso le valvulopatie mitraliche si associano ad altre patologie, di cui sono causa o conseguenza. In particolare, in molti pazienti si manifesta una disfunzione della valvola mitrale associata al malfunzionamento della tricuspide. Per questo al MICS si è parlato anche di approcci combinati, tema di una delle 4 lectio magistralis tenute da specialisti che hanno scritto la storia della cardiochirurgia.
“I dati presentati al congresso mostrano che negli ultimi dieci anni le tecniche chirurgiche mininvasive hanno progressivamente preso il posto della sternotomia, che prevede il taglio dell’osso al centro del torace. In un futuro molto prossimo tutte le moderne tecniche mininvasive saranno soppiantate dalle tecniche transcatetere, eseguite in sale ibride, da team multidisciplinari, anche su più valvole contemporaneamente e senza nemmeno bisogno di circolazione extracorporea, come alcune eccellenze della nostra cardiochirurgia già fanno oggi con ottimi risultati – spiega il prof. Speziale –. Ma ad oggi i risultati presentati al MICS ci mostrano che le tecniche mininvasive, ovvero che consentono l’accesso al cuore attraverso incisioni di pochi centimetri, sono quelle che danno i migliori risultati, in termini di efficacia e durabilità dell’intervento. Questo perché sono le tecniche più utilizzate attualmente, con un numero elevato di esecuzioni e di conseguenza con una maggiore abilità dell’operatore. Con il passare del tempo, nei centri ad alto volume di interventi si arriverà ad avere risultati ottimali anche nelle tecniche robotiche e transascellare”.
Tecnologie sempre più sofisticate al servizio della diagnosi e del preoperatorio
Riflettori puntati, in questa edizione del MICS, anche sulle nuove tecnologie e nuove metodiche diagnostiche. Queste sono sempre più sofisticate e innovative, e risultano fondamentali non solo per rendere più veloce e precisa la diagnosi, e quindi permettere a pazienti con diagnosi dubbia di avere risposte certe, ma sono di ausilio al cardiochirurgo anche in fase preoperatoria perché consentono di avere informazioni dettagliate sulle caratteristiche anatomiche della valvola che si apprestano ad operare e sul meccanismo che determina l’insufficienza mitralica.
“Occasioni come il MICS sono appuntamenti imperdibili per analizzare le best practice nella chirurgia della valvola mitrale, le migliori procedure diagnostiche disponibili a livello mondiale e delineare le linee guida della chirurgia mitralica – conclude il prof. Speziale –. È per me un grande onore aver portato questa edizione del MICS e i suoi illustri ospiti in Puglia, nella terra che mi ha accolto umanamente e professionalmente e che molto ha da dare alla sanità italiana in termini di eccellenze”.
Redazione Nurse Times
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