Rilanciamo il post pubblicato su Facebook dal dottor Felice Spaccavento.
Ho pianto ieri, quando ho mentito ai tuoi e a te, rassicurandoti. Sapevo che sarebbe stato il tuo ultimo giorno e ho cercato di farti sorridere, mentre già dentro di me piangevo. Volevo cercare le risposte da dare a una ragazza di poco più di vent’anni, ma non le trovavo. Volevo il miracolo, ma non ne ho mai avuti, e francamente non ci credo più.
Anche Miele, il tuo bellissimo barboncino non mi ha ringhiato più: ha capito che soffirivo per te, si è messo lì zitto zitto e mi ha permesso di starti vicino. Hai una famiglia bellissima, che ha una forza impressionante, e quella forza l’hai regalata tu con la tua voglia di lottare e di vivere, con il tuo amore per i colori, per la natura.
Oggi aggiungo un’altra cicatrice indelebile al mio cuore, il cuore che tanto ami disegnare. Queste cicatrici cominciano ad essere troppe. Sono stanco, ma tranquilla, domani riprendo a sorridere, è il mio lavoro e a noi medici non è consentito piangere.
Ringrazio i miei infermieri dell’UOCP – Hospice San Camillo Asl, che hanno una forza e un sorriso disarmante. La loro sensibilità è incommensurabile. Ringrazio Chiara, l’infermiera dai capelli corti, che fuori dal suo turno ha deciso di starti accanto, mandandomi messaggi questa notte. Sono orgoglioso di lei, per la forza che ti avrà dato. Lì c’è il senso del nostro lavoro. Ringrazio la mia collega Nunzia, che ti ha seguito quotidianamente, e tutti i medici dell’Hospice, instancabili nonostante il loro lavoro ancora precario.
Perdonami se ti ho mentito. Questa notte abbraccerò i miei figli e piangerò ancora, ma farò in modo che non mi vedano. Tu, Stefania, vola e colora il cielo. “Fermati, chiudi gli occhi e respira”.
Redazione Nurse Times
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