Riceviamo e pubblichiamo una nota a firma della presidente dell’Ordine romano, Ausilia Pulimeno.
Egregio Direttore,
in data 16/07/2019 è stata pubblicata sulla pagina Nurse Times la nota dell’Associazione Avvocatura Diritto infermieristico (AADI) sulla sentenza della I sez. lavoro del Tribunale di Roma contro la Fondazione Gemelli. In seno alla predetta nota sono riportati fatti non corrispondenti a verità che pregiudicano gravemente l’onorabilità e l’immagine dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Roma. In particolare si legge nel comunicato dell’AADI da Ella pubblicato:
“L’OPI di Roma è giunta, addirittura, a convenire in disciplinare due infermiere socie AADI per intimorirle e convincerle a cancellarsi dell’AADI. La procedura disciplinare è stata chiesta dall’Ordine dei medici che, a quanto pare, decide se e quando un infermiere deve subire minacce e ritorsioni da parte del nostro Ordine (e poi ci propinano l’autonomia) quando commette un’infrazione disciplinare aziendale. Ma da quando in qua l’OPI ha giurisdizione sul codice disciplinare aziendale? Difatti non ne ha, tranne quando gli imputati sono iscritti all’AADI. L’OPI, per raggiungere una miglior efficace intimidatoria, si è pure avvalsa di un avvocato. Naturalmente la questione verrà denunciata alle autorità competenti che faranno luce su quanto effettivamente avvenuto, comunque sarà difficile confutare l’audioregistrazione.”
Innanzitutto si precisa che l’Opi di Roma agisce unicamente per il perseguimento dei propri fini istituzionali, primo fra tutti quello di vigilare che siano rispettate le norme del Codice deontologico da parte dei propri iscritti, anche al fine di garantire la tutela della salute sia individuale che collettiva.
Ai sensi dell’art. 39 del DPR 221/1950, prima dell’apertura del procedimento disciplinare, vi è una fase preliminare in cui, a tutela innanzitutto del professionista, si valuta se effettivamente sussistono i presupposti per l’esercizio del potere disciplinare.
In tal senso, allo stato attuale, l’Opi di Roma ha aperto dei fascicoli preliminari istruttori, e non procedimenti disciplinari, nei confronti di taluni infermieri a seguito di una segnalazione pervenuta allo scrivente Ordine, nella quale si rappresentavano fatti e comportamenti di possibile valenza disciplinare sotto il profilo della violazione non di norme aziendali, bensì delle norme deontologiche alle quali ogni infermiere deve attenersi, a prescinedere dalla posizione lavorativa ricoperta e dal datore di lavoro di appartenenza. Se gli infermieri in questione sono iscritti all’associazione AADI, la circostanza è del tutto irrilevante e comunque casuale.
Non può, dunque, ribadirsi come sia gravemente lesivo dell’onore e della reputazione dell’Opi di Roma affermare gratuitamente che l’Ente eserciterebbe i propri poteri con finalità discriminatorie.
Superfluo, a questo punto, precisare che, riservandoci di agire in tutte le sedi più opportune per la tutela dell’immagine dell’Ordine, si chiede, ai sensi della legge sulla stampa, di voler provvedere, senza indugio, a pubblicare la dovuta rettifica, richiamando la presente nota di riscontro.
Distinti saluti,
LA PRESIDENTE
Dott.ssa Ausilia M.L. Pulimeno
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