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Giuditta Arecco: l’infermiere è una delle professioni più importanti del sistema sanitario

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Giuditta-Arecco

“Credo sia normale nel corso della vita avere a che fare con la sanità: io, trentenne, di cose più o meno gravi ne ho viste, prima con mia madre, che adesso non c’è più, e poi di persona, il tutto in Liguria. Si sente sempre parlare parecchio male del Sistema Sanitario italiano in generale, ma io ho trovato tanti professionisti che facevano il massimo che potevano con i mezzi che avevano: mia madre ha iniziato a star male nel 2011 e abbiamo avuto a che fare con vari ospedali liguri, lì mi rendevo conto che le risorse erano molto scarse(era piena crisi economica) ma nonostante ciò c’erano persone di cuore che andavano oltre il fatto che non ti consideravano un numero, come sento spesso dire”.

Presentiamo Giuditta Arecco, vincitrice della prima edizione del talent “RDS Accademy” andato in onda su SKY e da giugno speaker di RDS, che parla degli infermieri in una speciale intervista per Nurse Times.

“Personalmente ho avuto a che fare più con gli infermieri che con i medici. L’infermiere è uno dei pochissimi mestieri che vai a fare se davvero hai una vocazione. Sono persone che devono essere un po’ psicologi, perché si trovano a vedere ed affrontare cose terrificanti, poi preparatissimi dal punto di vista sanitario, e devono essere anche confidenti. Se non hanno la passione durano poco. Tutti gli infermieri che ho incontrato ne avevano parecchia, quindi è uno dei mestieri più importanti che ci sia secondo me”.

Ho degli amici che sono infermieri – continua la speaker – e so benissimo il percorso universitario che hanno fatto, è chiaro che se guardiamo anche al livello internazionale i titoli di studio hanno la loro importanza, questo è al di fuori di ogni dubbio, ma questo è un mestiere che è molto importante imparare sul campo perchè ho anche sentito di amici e conoscenti che volevano diventare infermieri, ma facendo i tirocini pratici si sono resi conto che non ce l’avrebbero fatta perché è un lavoro che ti porta a delle situazioni che non tutti riescono ad affrontare, per me l’importanza maggiore è avere più possibilità di svolgere degli stage all’interno degli ospedali”.

La Arecco parla spesso della grave situazione sanitaria anche quando è in onda, è palese a tutti che i tagli, quando servono, vengono sempre fatti purtroppo in comparti che sono di assoluta importanza per la vita perché si passa dall’istruzione (che formerà i prossimi cittadini italiani), alla sanità, alla cultura. Poi la sanità italiana, in particolare l’assistenza, che per altro ci invidiano in tutti i paesi, è di primaria necessità, poiché siamo una delle nazioni più vecchie d’Europa, e questo è un dato di fatto. L’appello che lancia ai politici è il seguente: “è difficile che verrò ascoltata, però è evidente agli occhi di tutti gli italiani che questi tagli andrebbero fatti in altri settori prima di toccare la sanità”.

La promozione della professione infermieristica attraverso i media per la speaker è un discorso un po’ complesso, perché questo tipo di comunicazione manca, è difficile affrontare questo tema anche per quanto riguarda il suo mestiere: “io faccio intrattenimento, ma ho avuto varie occasioni il piacere di essere in onda con degli infermieri per giocare (molto spesso ascoltano la radio sul posto di lavoro, facendo dei turni spesso improponibili), e devo dire che risultano simpatici agli ascoltatori. E’ complesso ritagliare uno spazio in cui possano spiegare il mestiere che fanno, un idea potrebbe essere una campagna di prevenzione per la vaccinazione antinfluenzale, dove invece di far parlare soltanto i medici, potrebbero aver voce anche gli infermieri, spiegando a livello pratico dove si possono fare le vaccinazioni e altro”.

Conclude Giuditta Arecco lasciando un messaggio a tutti gli infermieri: “Devo ringraziarvi per il lavoro che fate perché davvero è fondamentale, ho visto persone che facevano veramente tante ore compresi gli straordinari per cercare di continuare a dare un servizio veramente eccellente, io vi saluto dal profondo del mio cuore, e vi ringrazio davvero”.

Savino Petruzzelli

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