E dopo solo poche ore dalla tragedia che ha colpito la città di Genova vogliamo dedicare questo articolo a tutti i soccorritori impegnati in queste ore nel salvare vite
Riprendiamo l’articolo apparso su “Sport in Condotta” e redatto da Roberto Sabatino.
Sport in Condotta in queste ore non riesce a parlare troppo di sport. La tragedia di Genova col crollo del ponte Morandi, evento drammatico di sicuro evitabile, fa male al cuore.
Al cuore del sottoscritto in particolare che ha nella Liguria la sua casa d’origine, e che in quella regione tanti ricordi, amici, esperienze, sensazioni ha sempre custodito.
Genova è sempre in piedi ma col morale a pezzi. I recenti traumi delle vittime del diluvio di pochi anni fa, riecheggiano ancora nel cuore e nella mente dei suoi abitanti.
Questo ennesimo dramma non fa che accentuare in negativo la disperazione di un popolo che è capace di rialzarsi sempre, ma per quanto dovrà inghiottire dolore e seppellire i suoi cari? Non è possibile davvero: adesso è tempo di SILENZIO, perché la città e le sue vittime non meritano speculazioni politiche: ai genovesi adesso non interessano i comizi interessati dei vari Salvini, Di Maio, Conte e compagnia andante: che siano di destra o di sinistra, c’è bisogno che i colpevoli paghino. Ma in Italia è sempre così?
C’è una popolazione che soffre e delle famiglie disperate che hanno visto distruggere indelebilmente le loro vite. C’è una popolazione e ci sono delle famiglie che hanno bisogno di rispetto e un forte abbraccio.
Ci sarà il tempo per raccontare le storie delle vittime, ma non solo: ci sono persone che in queste situazioni vivono esperienze traumatiche, persone che come i parenti delle vittime faranno fatica a dimenticare quello che hanno visto e provato.
Ci sono eroi ed eroi: i Vigili che scavano incessantemente cercando la VITA, ma che più di una volta trovano maggiormente MORTE.
E poi ci sono medici, chirurghi e soprattutto infermieri: passa dalle loro mani, spesso anche dalle loro parole (di conforto o rassegnazione ai parenti) una bella fetta di responsabilità.
I tanto bistrattati infermieri, che vivono quasi sempre in ospedale con turni assurdi e criticità, che oltre a star dietro alle proprie famiglie, si dedicano con cuore ed amore alle sofferenze di altrettante famiglie. Loro hanno visto l’orrore e la morte.
È bello e toccante il racconto rilasciato a noi di Sportincondotta e Pianetagenoa, da parte di Daniela Tasso, infermiera dell’ospedale Galliera di Genova:
“La mia Genova non è in ginocchio. La mia Genova è forte. La mia Genova reagisce. L’ho visto nell’organizzazione tempestiva dei soccorsi. L’ho visto nella mia Azienda, l’ospedale Galliera, che ha subito attuato il piano di emergenza. L’ho visto nei miei colleghi che si sarebbero fermati oltre il turno a prescindere dall’obbligo imposto dal direttore sanitario. L’ho visto nella disperazione della mia amica e collega Sara Solinas in ferie che avrebbe voluto essere lì con noi invece che al mare. L’ho visto nel racconto del mio amico Vigile del Fuoco, Massimo Durante, che raccontandomi i drammatici soccorsi alle persone sotto le macerie o sospesi nel vuoto, vivi, con accanto il corpo senza vita del proprio caro, annegava le parole nelle lacrime. Nessun impegno oggi, nessuno svago o appuntamento poteva distrarci dalla volontà di aiutare. Tutti, Polizia municipale, Polizia, Carabinieri, Vigili del fuoco, Protezione civile, medici, infermieri, soccorritori: tutti pronti ad aiutare. E cittadini sconvolti che in silenzio rivolgevano preghiere e pensieri alle vittime e alle loro famiglie. Io poi sostanzialmente non ho fatto nulla ed anzi, quando dall’ospedale ci hanno “liberato”, ho provato un senso di inutilità. Vomito parole perché ho bisogno di farlo, Sono arrabbiata perché così non si può morire. Ma sono fiera. Oggi sono fiera di questa città: Genova non è in ginocchio!”.
Questo anche il commento di Giovanni Leoni, presidente OMCeO Provincia di Venezia e vice presidente dell’Ordine Nazionale dei Medici che ha dedicato un post agli infermieri:
“Gli infermieri sono sempre stati parte integrante della mia vita, in particolare di notte, a Natale e Capodanno, con i tossici e gli ubriachi in Pronto Soccorso, in Sala Operatoria, con gli emorragici e con gli edemi polmonari – Senza gli infermieri non avrei potuto curare nessuno nè allontanarmi tranquillo dal reparto per le consulenze ai vari piani – Grazie per tutto quello che fate – io lo so bene ma lo sa anche l’assoluta maggioranza del medici e tutti i pazienti”.
Ecco, adesso diamo spazio anche ad altri eroi…. quelli veri …quelli che non hanno un mantello, uno scudo o un raggio laser: ma che hanno comunque una corazza fortissima, che dietro però cela tanto dolore. Grazie, Genova siete stati e siete ancora anche voi.
Roberto Sabatino – Sport in condotta
Fonte: www.sportincondotta.it
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