Un operaio di 42 anni ha aperto il fuoco con la sua arma posseduta illegalmente, uccidendo sei persone e ferendone altre due. Dopo una breve fuga, si è sparato un copo alla testa.
Poco dopo le 7 di stamattina, all’ospedale universitario di Ostrava (Repubblica Ceca), ha avuto luogo una sparatoria nella quale sono morte sei persone. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Jan Hamacek, mentre la polizia, circa tre ore dopo, ha riferito di aver rintracciato il killer in fuga, un uomo di 42 anni, che si è tolto la vita sparandosi un colpo alla testa nell’auto usata per scappare. Secondo le prime informazioni, avrebbe agito per motivi personali.
Teatro della strage, la sala d’aspetto dell’ambulatorio. Le vittime, secondo quanto riferito dal direttore dell’ospedale, Jiri Havrlant, sono state colpite a distanza ravvicinata: cinque di loro sono morte nell’attacco, una è deceduta durante un intervento chirurgico e altre due persone sono rimaste gravemente ferite. L’assassino era un operaio e pare che possedesse l’arma illegalmente. “Si era messo in testa di essere gravemente malato e che nessuno volesse curarlo”, ha dichiarato a una radio ceca Ales Zygula, responsabile della ditta di costruzione per la quale l’uomo lavorava.
L’attacco odierno è il peggiore avvenuto nella Repubblica Ceca dopo quello del 2015, quando un uomo uccise otto persone per poi togliersi la vita in un ristorante nella città di Uhersky Brod. Il premier ceco Andrej Babis ha annullato tutti i suoi appuntamenti per raggiungere Ostrava. Oggi avrebbe dovuto presenziare all’inaugurazione della statua che l’Ambasciata d’Italia ha dedicato all’Ufficio del Governo ceco in occasione dei cento anni della presenza nel Paese.
Redazione Nurse Times
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