Il Ministero della Salute nei giorni scorsi, con una nota istituzionale indirizzata a tutte le organizzazioni rappresentative delle professioni sanitarie, ha richiesto interventi mirati per contrastare l’uso, nei luoghi di cura, indiscriminato di riprese in foto e video con la modalità “selfie” poi pubblicate attraverso i social.
Il Ministero quindi, rivolgendo l’invito ad un’attenta riflessione sul fenomeno, si sofferma nella richiesta di contrastarlo mediante un’azione sinergica dei professionisti sanitari, chiamati a “farsi parte attiva poiché, per certi versi, il fenomeno determina un significativo “vulnus” sui diritti che i cittadini/utenti hanno titolo di rivendicare nei confronti dei sanitari che si prendono cura di loro sulla necessità di comportamenti che impongono rispetto dell’etica professionale“.
Purtroppo, in molti casi si riscontra il superamento dei limiti consentiti nell’ambito dell’interpretazione delle norme ponendo in essere comportamenti di “cattivo gusto” che rasentano il “macabro” con la pubblicazione sul web di ambienti di cura con cittadini utenti e sanitari in atteggiamenti disdicevoli al decoro professionale.
Insomma, la circolare ha come fine ultimo quello di fermare la deriva dei selfie nei luoghi di cura; infatti lo staff della ministra Lorenzin ha indirizzato il documento all’Ordine dei Medici, al Collegio degli Infermieri e ai Rappresentanti di Ostetriche e Radiologi (vedi articolo Nurse Times).
Foto, selfie e video spesso mettono a repentaglio la privacy del paziente; questi comportamenti spesso rischiano di sfociare in vere e proprie violazioni dei diritti del malato, pertanto il Ministero starebbe osservando attentamente i comportamenti degli operatori, attivandosi qualora vi sia un utilizzo inappropriato dei loro cellulari anche attraverso i Social Media.
Molte volte, però, ci sono “gruppi” e aggregazioni infermieristici o pseudo tali che, tramite degli hashtag, in modo spregevole puntano il dito contro le istituzioni, rispetto a correnti esclusivamente “social”.
L’esempio più eclatante può riferirsi all’attacco “violento e sconsiderato” posto in essere contro gli infermieri del collegio IPASVI BAT.
Infatti nel Dicembre 2015 l’Ente professionale ha implementato e pubblicato, un progetto editoriale dal titolo il progetto #unsorrisopernatale per esaltare la gioiosità che gli infermieri trasmettono ai propri assistiti attraverso un gesto semplice, quale è un sorriso.
Il progetto comunicazionale, apprezzato da tutti, realizzava il messaggio dell’infermiere sempre vicino a chi ha bisogno di cure in qualsiasi momento con scatti foto e video effettuati da fotografi professionisti.
Tutti gli operatori sanitari che hanno partecipato al progetto sono stati ripresi al di fuori del loro normale orario di servizio, per le uniche finalità del progetto, dietro autorizzazione aziendale (vedi articolo IPASVI BAT).
Troviamo di cattivo gusto leggere sul profilo personale di un Infermiere o pseudo tale (Peppe De Nunzio) considerazioni frutto di una immaginifica personalizzazione della campagna #unsorrisopernatale, che forse ha come unico scopo quello di diffamare un Ente professionale rappresentativo di un’intera comunità professionale.
E’ del tutto evidente che il Peppe De Nunzio dovrà rettificare il suo “pensiero” poiché si espone alla possibilità di dover “risarcire” il danno di immagine che produce per il Collegio IPASVI BAT che certamente non perderà occasione per farsi valere contro lo sciacallaggio mediatico perpetrato in suo danno.
Savino Petruzzelli
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