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Firenze, atti vandalici e furti in ospedale. Nursind: “Serve un presidio di sicurezza h24”

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Firenze, atti vandalici e furti in ospedale. Nursind: "Serve un presidio di sicurezza h24" 1
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Rubati beni personali e un pc portatile al San Giovanni di Dio. Il sindacato infermieristico chiede un tavolo di confronto.

È ancora allarme sicurezza per i dipendenti degli ospedali dell’Asl Toscana Centro: nel pomeriggio dell’8 giugno alcuni vandali si sono introdotti negli spogliatoi riservati al personale del San Giovanni di Dio, trafugando abiti, scarpe e altri beni di infermieri e operatori sanitari, oltre a un computer portatile di proprietà dell’ospedale. A denunciare l’accaduto il sindacato autonomo degli infermieri Nursind. “Chiediamo l’apertura di un tavolo di confronto permanente sulla sicurezza”, dichiara il sindacato.

Firenze, atti vandalici e furti in ospedale. Nursind: "Serve un presidio di sicurezza h24"
Salvatore Sequino

“Non è concepibile – afferma Salvatore Sequino, responsabile Nursind per l’area fiorentina – che proprietà personali e beni comuni necessari per lo svolgimento delle attività professionali possano essere sottratti con tale facilità. È arrivato il momento che il tema della sicurezza del personale sia considerata un’urgenza di primo rilievo da parte dell’Azienda sanitaria e delle autorità competenti. Come Nursind, da tempo ci battiamo per la sicurezza negli ospedali, soprattutto nelle unità di emergenza-urgenza. Le aggressioni ai danni del personale sono cresciute a dismisura rispetto agli anni passati. Lo scorso febbraio un uomo ha minacciato con una pistola un infermiere in servizio all’ospedale di Prato, sfiorando la tragedia. Il problema è sentito in tutta la Asl Toscana Centro”.

Aggiunge Giampaolo Giannoni, responsabile regionale Nursind Toscana: “Quest’ultimo episodio è solo l’ulteriore conferma di ciò che ribadiamo da anni: bisogna istituire un posto di polizia h24 nei DEA. Auspichiamo che l’Azienda sanitaria metta in atto tutte le procedure necessarie a tutelare chi lavora e chi usufruisce degli ospedali. Infermieri, operatori sanitari e pazienti sono tutti in prima linea in questa situazione a rischio”.

 

Randolfi Massimo

 

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