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Fials Emilia Romagna, il nuovo segretario è Alfredo Sepe: “Potenzieremo la nostra presenza sul territorio regionale”

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Bologna, professionisti sanitari definiti “terroni”: è scontro tra Fials e Cgil
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Il sindacalista, da noi contattato, fissa gli obiettivi del suo mandato quinquennale e lancia l’allarme sulle cosiddette bolle Covid.

Alfredo Sepe, già segretario provinciale di Fials Bologna, è il nuovo segretario generale per l’Emilia Romagna dello stesso sindacato, guidato a livello nazionale da Giuseppe Carbone, che ha assistito all’elezione insieme al commissario straordinario Massimo Mincuzzi. La dirigente sindacale Vita Dara è stata invece nominata responsabile regionale del Coordinamento donne, alla presenza della responsabile nazionale di settore Elena Marrazzi. Eletta anche la nuova segreteria regionale, che annovera Stefano De Pandis, Giovanni Corvino, Lillo Mosa, Giovanni Corvino, Mirella Boschetti.

Da noi contattato, Sepe ha espresso “soddisfazione per il ruolo delicato che mi è stato affidato” e si è detto “fiducioso di poter centrerae gli obiettivi che, come sindacato Fials, ci prefiggiamo per questo mandato quinquennale”. Obiettivo che lui stesso ha snocciolato: “Puntiamo ad aumentare il numero degli iscritti Fials, che è già il sindacato autonomo più rappresentato a livello regionale, colmando il divario che attualmente ci separa da Cgil, Cisl e Uil. Per fare ciò è necessario potenziare la nostra presenza in tutte le province dell’Emilia Romagna e ottenere un maggior riconoscimento nei rapporti con l’assessorato regionale alla Salute”.

A corollario di tali parole, Sepe ci ha inviato un comunicato a sua firma con cui “Fials Emilia Romagna lancia l’allarme sulle modalità organizzative messe in campo dalle aziende sanitarie del territorio emiliano-romagnolo per il contenimento della pandemia da Covid-19”, ricordando come attualmente i malati Covid siano “assistiti nelle cosiddette bolle Covid, all’interno di reparti e unità opertive dove stazionano anche pazienti non infetti”. E aggiungendo: “A nostro avviso questa modalità favorisce il contagio tra operatori e pazienti, soprattutto nel momento della vestizione e svestizione prima di accedere alle bolle Covid, visto che l’asssitenza non viene erogate da peronale dedicato”.

Prosegue Sepe: “Mancano di fatto delle vere e proprie aree filtro per effettuare la vestizione e la svestizione. Inoltre questo processo aumenta i carichi di lavoro e rallenta le altre procedure clinco-assistenziali, tutto ovviamente a danno dell’utenza. A nostro avviso i pazienti Covid andrebbero inseriti in reparti appositi, con personale dedicato. In questo modo si potrebbe ridurre il rischio di contagio tra operatori e pazienti e migliorare l’assistenza”.

E ancora: “Altra nota dolente è la non volontà delle aziende di riconoscere l’indennità di malattie infettive ai lavoratori che operano nelle unità operative dove sono presenti le cosiddette bolle Covid, nonostante da una lettura estenziava della normativa si evinca che tale riconoscmento economico debba essere erogato al personale che assiste pazienti in UU.OO. di malattie infettive. Lanciamo un appello all’assessore Donini: chiediamo di convocare un tavolo di confronto urgente per discutere delle indennità e dell’organizzazione basata sulle bolle Covid, visto che questa modalità organizzativa presenta molte cricitià, che mettono a rischio pazienti e lavoratori”.

Redazione Nurse Times

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