Mentre la’ fuori la gente si lamenta di tutto, io sono qui, da marzo, dentro la mia tuta, con doppia mascherina, doppi guanti e visiera. Quasi non mi ricordo come sono senza tutta questa roba addosso. Il sudore e i disinfettati mi hanno provocato una dermatite cronica, ho le mani piene di tagli, il viso segnato dalla maschera, e queste tute, dove dentro ci fai il bagno e ti senti svenire.
La visiera si appanna ed alle volte è un bene, così riesco a nascondere quelle lacrime che ogni tanto mi solcano il viso difronte a scene che solo chi ha vissuto può capire. Sono stanca, fisicamente e psicologicamente, ma vado avanti perché ho dei pazienti da assistere e non ne voglio deludere nemmeno uno.
Ci sono due realtà parallele: la nostra, quella di chi ogni giorno combatte per curare più pazienti possibile mettendo a rischio la propria salute e quella degli altri, quella di chi, si lamenta, quella di chi crede che il covid non esiste, quella di chi aggira le regole sentendosi probabilmente immune perché ha avuto la fortuna di non provare su sé stesso tutto quello che questo maledetto virus può fare, quella di chi non si è visto portare via un proprio caro restando con il pensiero atroce di non rivederlo forse, mai più.
Vorrei far vedere tutti attraverso i miei occhi perché per quanto possa raccontare la realtà che vivo ogni giorno, nessun racconto può renderle giustizia. I pazienti non sono numeri, sono persone, ognuna con la propria storia e tutte queste storie io me le porterò dentro per sempre.
Tutti gli occhi che ho incrociato, tutte quelle mani strette, io non le potrò dimenticare.
Per questo Natale chiedo un gesto d’amore da parte di tutti. Fate alle persone che amate il regalo più bello che si possa fare: PROTEGGETELI…il verbo proteggere, dopo AMARE, è il più bello di tutti. Vi prego non vanificate con comportamenti scorretti, gli sforzi immani che stiamo facendo.
Fate in modo di dare un senso anche al nostro Natale in corsia.
Ilaria, infermiera pronto soccorso
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