Cosi il ministro della Salute sul test d’ingresso. “Dovremmo rendere più attraenti alcune specializzazioni che i giovani non scelgono più – ha aggiunto -. Aumentare gli stipendi dei medici è il mio primo impegno”. Ci sarà speranza anche per gli infermieri?
“Io ho fatto Medicina quando non c’era il numero chiuso. Sono contrario ai test, come sono fatti, perché le competenze mediche specifiche si possono trovare in altro modo. So che il ministero dell’Università li ha cambiati. Vedremo come sono. Il numero chiuso è indispensabile, ma dovremmo lavorare a un numero programmato. Dobbiamo capire il numero dei medici che serve. Abbiamo commesso l’errore di far iscrivere pochi studenti e ora abbiamo pochi medici“. Così il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ospite di Terraverso, il nuovo podcast di Libero Quotidiano.
“Il problema – ha sottolineato l’esponente del Governo – è anche che i giovani ora non vogliono fare alcune specializzazioni. Dovremmo renderle più attraenti, per non trovarci scoperti in alcune professioni, come l’anestesista e il medico d’urgenza. Ho sempre parlato con i giovani. Questo è un Governo che crede fortemente nei giovani, che hanno tanto da dare alla nazione. Si meritano un’Italia migliore di quella che hanno avuto finora. Riusciremo ad aumentare gli stipendi dei medici: è il mio primo impegno. E dobbiamo dare loro prospettive migliori”.
Staremo a vedere se il ministro si prodigherà altrettanto per l’attrattività, gli stipendi e le prospettive della professione infermieristica.
Redazione Nurse Times
Rimani aggiornato con Nurse Times, seguici su:
Telegram – https://t.me/NurseTimes_Channel
Instagram – https://www.instagram.com/nursetimes.it/
Facebook – https://www.facebook.com/NurseTimes.NT
Twitter – https://twitter.com/NurseTimes
- Cancro al seno: nuovo test per la diagnosi precoce
- Ospedali Galliera di Genova: avviso pubblico per reclutamento infermieri
- Como, sorpreso a giocare a calcio durante l’assenza dal lavoro per malattia: infermiere sospeso per 7 giorni
- Infermiere preso a pugni e collega colpita con la cornetta del telefono: notte da incubo all’ospedale di Macerata
- Trapianto “samaritano” di rene riuscito tra Padova, Bologna e L’Aquila
Lascia un commento