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Essere transgender non è più considerato una patologia mentale

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Essere transgender non è più considerato una patologia mentale
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L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha cancellato dall’elenco delle malattie ICD la “disforia” di genere

Una svolta storica, appena annunciata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità: nell’International Classification of Diseases (ICD), ovvero nella classificazione internazionale delle malattie (che ne comprende circa 55.000 diverse), non sarà più presene la “disforia di genere”.

Essere transgender, perciò, non sarà più considerato un disturbo mentale: l’espressione “disforia” (dal greco dysphoría, composto di dys- “male” e un derivato di phérein “sopportare”) di genere, legata ad un immaginario più ‘clinico’, sarà infatti sostituita con quella di “incongruenza di genere”, che non sarà più possibile trovare tra i disturbi mentali, bensì alle condizioni di salute sessuale.

Già, perché anche se è oramai chiaro a tutti (o quasi) che essere transgender non sia una malattia o un disturbo mentale, permangono importanti necessità di assistenza sanitaria che, grazie a questa nuova “identificazione”, possono ora essere meglio riconosciute all’interno della classificazione ICD.

Ciò permetterà ai cittadini interessati, secondo lo psicologo Geoffrey Reed, professore di psicologia clinica alla Columbia University che coordina le sezioni della classificazione ICD riguardo comportamenti e salute mentale, di accedere ad un’assistenza sanitaria più appropriata.

Ma non solo: anche se questa “depatologizzazione” ufficiale non risolverà di colpo il problema della transfobia, di sicuro tale atto rappresenta una pietra miliare nella lunga battaglia per i diritti transgender. Contro ogni pregiudizio.

Alessio Biondino

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