Gli ex vertici dell’ente previdenziale degli infermieri avrebbero effettuato sostanziosi investimenti finanziari e immobiliari per avvantaggiare alcuni privati in cambio di numerosi favori.
Dopo l’accertamento dei reati avvenuto nel filone milanese dell’inchiesta che ha coinvolto gli ex dirigenti Enpapi, e il sequestro di 40 milioni di euro tra partecipazioni e ville in tutta Italia, giunge ora la sentenza relativa al filone romano, con la condanna a otto anni di carcere per l’ex direttore generale Marco Bernardini, e a sette anni e sei mesi per l’impresario Giovanni Conte (solo per un episodio, relativo alla compravendita di un immobile a Potenza). Ha inoltre patteggiato una pena di due anni, undici mesi e dieci giorni di reclusione l’ex presidente Mario Schiavon, a cui sono stati confiscati 125mila euro.
Secondo i pm, gli ex vertici dell’ente previdenziale degli infermieri avrebbero effettuato investimenti finanziari e immobiliari per un totale di 500 milioni, “venendo meno all’obbligo di fedeltà e imparzialità” e disattendendo le indicazioni fornite dagli organi di vigilanza sin dal 2014, i quali “raccomandavano l’acquisto di prodotti finanziari liquidi”. Tali investimenti erano mirati ad avvantaggiare alcuni privati in cambio di numerosi favori, tra i quali figurano pacchetti tutto compreso per assistere alla finale di Champions League del 2015 tra Juventus e Barcellona e l’organizzazione “in almeno 19 occasioni (tra gennaio 2018 e febbraio 2019), di incontri con ragazze”, pagate “tra 500 e 800 euro a evento” e con le quali alcuni indagati trascorrevano “la serata o la nottata in ristoranti o alberghi in diverse località”.
Redazione Nurse Times
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