Approvata la legge ricevendo il via libera della Camera dei deputati. La soddisfazione del presidente dell’ente di previdenza degli infermieri
Grazie alla legge si pone definitivamente rimedio alle situazioni di squilibrio nei rapporti contrattuali tra i professionisti iscritti a un ordine professionale e i committenti. La “giusta remunerazione” della prestazione professionale è condizione necessaria per garantire la qualità, la quantità e soprattutto la dignità del lavoro dei professionisti.
“Con la definitiva approvazione, da parte del Parlamento, dopo un lungo iter durato 3 anni, del disegno di legge sull’equo compenso, si imprime una svolta decisiva nella tutela dei lavoratori, siano essi autonomi o dipendenti. È una riforma essenziale, attesa da tempo, che accogliamo con grande interesse e soddisfazione, una norma di civiltà, che offre le necessarie garanzie nella difesa della dignità professionale, sinora ampiamente disattesa nei fatti”.
Lo afferma Luigi Baldini, Presidente di ENPAPI, l’Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza della Professione Infermieristica, in merito alla nuova legge sull’equo compenso.
Baldini aggiunge: “regola finalmente le distorsioni in essere definendo i giusti limiti nella remunerazione delle prestazioni professionali, così come è sancito dall’articolo 36 della Costituzione, retribuzione che dovrà quindi essere proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro svolto.
Condividiamo le parole della Presidente della Corte Costituzionale Silvana Sciarra, che ha indicato nei bassi salari un problema serio, individuando nella leva salariale un concreto strumento di crescita.
È inoltre apprezzabile la volontà, attraverso l’istituzione presso il ministero della Giustizia di un Osservatorio ad hoc, di monitorare l’attuazione della norma sull’equo compenso per verificarne la corretta applicazione.
L’auspicio, tuttavia – conclude il Presidente di ENPAPI – è che la nuova norma possa essere applicata non solo alle nuove convenzioni da stipulare ma anche a quelle già in essere, rendendole ad esempio operative ai nuovi incarichi anche se all’interno delle vecchie convenzioni”.
Redazione NurseTimes
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