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Emilia Romagna, bimbi diabetici assistiti da operatori non sanitari (formati): i dubbi del consigliere Piccinini e i chiarimenti dell’assessore Venturi

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La circolare della Regione non convince tutti, ma si tratta solo di un’opzione: “La modalità assistenziale sarà decisa dalla famiglia e dal bambino insieme al proprio pediatra”.

In seguito alla circolare emanata dalla Regione Emilia Romagna per stabilire che la somministrazione di farmaci in contesti extra-familiari, educativi o scolastici a bambini con diabete di tipo 1 non richiede la presenza di un professionista, ma possa essere eseguita da operatori non sanitari formati, il consigliere regionale Silvia Piccinini (M5S) un’interrogazione per chiedere che la Regione stessa “torni sui suoi passi e riveda la decisione di privare i bambini che soffrono di diabete dell’assistenza di un infermiere a scuola per la somministrazione dell’insulina”.

“Come hanno fatto notare alcune associazioni – afferma Piccinini –, in questo modo si privano dei bambini, malati cronici, di un’assistenza sanitaria adeguata durante l’orario scolastico per affidarsi alla buona volontà di insegnanti e collaboratori scolastici, visto che ad oggi non c’è nessun obbligo di legge che preveda questa pratica nelle scuole. Serve che le Asl di ciascun territorio prevedano accordi specifici, in modo da costruire un modello che favorisca la presa in carico del bambino con patologia cronica, in particolare per i bambini affetti da diabete, anche per la frequentazione dei servizi educativi per l’infanzia, in cui medici e operatori della rete possano accompagnare il bambino e la sua famiglia nel cammino non facile di presa di coscienza della malattia e nelle pratiche burocratiche e assistenziali”.

Inoltre il consigliere chiede di garantire, anche attraverso i necessari raccordi con l’amministrazione scolastica e le Ausl, “un approccio omogeneo alla gestione degli interventi su tutto il territorio regionale, privilegiando soluzioni che diano la massima garanzia alla salute dei bambini diabetici ed evitando di far ricadere la responsabilità della somministrazione dei farmaci su insegnanti ed educatori”.

Non si è fatta attendere la replica dell’assessore regionale alla Sanità, Sergio Venturi: “Se la famiglia lo desidera o nella scuola non vi sono disponibilità a svolgere questo compito, l’infermiere viene sempre garantito. Quindi nessuno toglie niente a nessuno. Vorrei essere estremamente chiaro: la Regione Emilia Romagna non toglie alcuna assistenza ai bambini malati di diabete durante l’orario scolastico. E nessuno toglierà la presenza dell’infermiere a scuola per la somministrazione dell’insulina, se lo si chiederà: la modalità assistenziale sarà decisa dalla famiglia e dal bambino o bambina insieme al proprio pediatra”.

Venturi tiene dunque a precisare che ci sarà solo “una nuova opportunità, decisa assieme alle associazioni di pazienti con diabete, e con il parere positivo della federazione che le rappresenta, e all’Ufficio scolastico regionale, che tiene conto anche degli aspetti psicologici legati alla presenza di un professionista della sanità a scuola”.

Nessun componente del personale scolastico, insomma, sarà costretto a testare il valore della glicemia dei bambini affetti da diabete ed eventualmente a prestare assistenza nella somministrazione di insulina: chi accetta di svolgere tale attività riceverà prima una adeguata formazione. Dietro la circolare ci sono anche ragioni di ordine psicologico. Secondo l’assessore, infatti, l’arrivo in classe di un infermiere, che magari interrompe una lezione, oppure l’attesa dell’arrivo di un professionista sanitario, che magari non consente ai piccoli pazienti di pranzare con i compagni, certamente non aiuta.

“Spero sia chiaro, e spero che nessuno voglia specularci sopra – conclude Venturi –, che la Regione Emilia Romagna non ci pensa proprio a diminuire il livello di assistenza ai bambini affetti da diabete. Ci mancherebbe altro: una Regione attenta alle esigenze delle persone in generale, e ai bambini in particolare, non fa e non farebbe mai passi indietro nel garantire vicinanza e aiuto alle famiglie che si trovano a dover fronteggiare i disagi e le tensioni legate alla malattia”.

Redazione Nurse Times

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