Embolizzazione della prostata: una svolta nella cura dell’ipertrofia prostatica!
L’embolizzazione prostatica è una tra le tecniche più innovative e recenti nella cura ed il trattamento dell’ipertrofia prostatica. Questa procedura mininvasiva permette ottimi risultati senza influire sulla qualità della vita del paziente. Ma che cos’è e come funziona? Ne parla il Dott. Roberto Iezzi, esperto in Radiologia Interventistica a Roma e Campobasso
Che cos’è l’embolizzazione della prostata?
L’embolizzazione della prostata è una nuova tecnica di radiologia interventistica, utilizzata per il trattamento dell’ipertrofia prostatica (o adenoma prostatico) ovvero l’ingrossamento della prostata. Questa patologia è molto frequente negli uomini dai 50 anni in su e porta con sé incontinenza, aumento della frequenza urinaria, dell’urgenza e del dolore durante la minzione.
Questo nuovo trattamento è una soluzione meno invasiva del classico intervento chirurgico. È infatti una pratica ambulatoriale eseguita con una piccola anestesia locale e prevede, tramite l’inserimento di un piccolo catetere all’interno dell’arteria, l’occlusione dei vasi sanguigni che vascolarizzano la ghiandola. Bloccando in quella zona l’afflusso di sangue, la ghiandola non ha più nutrimento e ciò permette la sua netta diminuzione nelle dimensioni nell’arco di qualche mese.
Che tipo di preparazione è necessaria prima di sottoporsi alla procedura?
La procedura dell’embolizzazione dell’adenoma prostatico è indicata per i pazienti non idonei per condizioni generali o che rifiutano la chirurgia tradizionale. Per determinare l’effettiva possibilità di sottoporsi all’intervento c’è bisogno di una visita da parte del radiologo interventista che constaterà con quale frequenza si presentano i sintomi urinari, la gravità e quanto influiscono sulla qualità della vita. È inoltre necessario effettuare alcuni test diagnostici quali l’analisi delle urine, un test dell’antigene prostatico specifico (PSA), un esame ecografico per valutare le dimensioni della prostata, ed eventualmente una risonanza magnetica della ghiandola prostatica. La pianificazione del trattamento sarà effettuata infine mediante esame angio TC addominale al fine di identificare l’emergenza dei vasi prostatici e definire l’estensione ed il tipo di embolizzazione da effettuare.
Quali sono i vantaggi per il paziente?
L’ospedalizzazione di una sola notte, il dolore quasi assente e la conservazione delle funzioni urinarie e sessuali costituiscono i principali vantaggi dell’intervento.
Tra le reazioni avverse che possono verificarsi nei primi giorni dopo la procedura ci sono nausea, vomito, febbricola, dolore pelvico o minzione frequente e dolorosa. Altre reazioni di minore entità come sangue in urine, sperma, o feci, perdita di sangue o infezione del punto interessato, spasmo della vescica, possono risolversi in maniera autonoma o tramite breve terapia farmacologica.
Dagli studi effettuati è emerso che in oltre il 70% degli uomini sottoposti alla procedura di embolizzazione, la sintomatologia migliora nettamente con la diminuzione del volume della prostata. La non fattibilità del trattamento è inferiore al 5-10% secondaria principalmente alla complessità o alla dimensione ridotta delle arterie della prostata.
Fonte: TopDoctors
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