L’onorevole Stefania Mammì, infermiera, membro dal 2018 della XII Commissione Affari sociali, è candidata a Milano per la Camera dei deputati, nel Collegio uninominale e nel plurinominale, insieme all’ex premier Giuseppe Conte (M5S). L’abbiamo contattata per un’intervista sui temi principali inerenti la professione infermieristica.
Onorevole Mammì, qual è il suo impegno per la sanità, e per gli infermieri in particolare?
“Con il M5S al Governo abbiamo invertito il trend di tagli che ha dovuto subire la sanità negli ultimi decenni. Se in questo momento disponiamo di nuovi fondi del Pnrr per le case della comunità e per stabilizzare il personale, lo dobbiamo all’impegno in Europa del presidente Giuseppe Conte, che pochi giorni fa in Veneto ha incontrato gli infermieri Nursind, garantendo attenzione su temi come l’aumento degli stipendi, il riconoscimento del lavoro usurante per la categoria, e da infermiera posso affermare che il Movimento sarà con noi. In Parlamento è inoltre depositata una mia proposta di legge che riguarda l’istituzione della figura dell’infermiere di famiglia e di comunità: l’abbiamo fortemente voluta e ottenuta proprio per valorizzare la nostra professione, e contemporaneamente avvicinare il cittadino alle cure. In Parlamento mi sono battuta per l’erogazione dell’indennità di specificità, il contrasto alla carenza di infermieri, l’aumento dei posti per i corsi di laurea in Infermieristica, il riconoscimento della dirigenza infermieristica e il superamento del vincolo di esclusività”.
Cosa ne pensa dell’abolizione del vincolo di esclusività per gli infermieri del pubblico impiego?
“Gli infermieri sono un pilastro del Ssn, non sono schiavi del Sistema, e meritano la giusta valorizzazione. È fondamentale abolire il vincolo di esclusività, anche per garantire continuità di cure ai territori. E’ giunto il momento di dare risposte concrete a tutti gli infermieri che, nonostante le condizioni particolarmente usuranti (acuite dall’emergenza sanitaria), con totale spirito di abnegazione continuano a prodigarsi per tutelare la salute dei cittadini. Come rappresentante delle istituzioni, oltre che da infermiera, continuerò a battermi per i nostri diritti”.
Lei ha già manifestato perplessità in merito all’oss con funzioni infermieristiche. Le conferma? E come giudica la linea politica di Fnopi e Opi veneti, favorevoli alla creazione di questa nuova figura?
“Gli oss sono figure complementari fondamentali nel comparto assistenza, ed è giusto riconoscere l’immenso lavoro svolto, in particolar modo durante la pandemia. Nonostante questo, approfittare della loro buona volontà per fronteggiare la carenza di figure infermieristiche, è un grave errore. Ritengo sia necessario, per rispettare la dignità professionale di entrambe le categorie, fare chiarezza sulle specifiche competenze. Gli Ordini devono garantire tutele e diritti, oltre al rispetto per i diversi percorsi formativi”.
La professione infermieristica non sembra essere più attrattiva per i giovani: quali soluzioni?
“Per rendere più attrattiva questa professione occorre fare in modo che le remunerazioni siano adeguate al livello medio europeo e che le turnazioni non siano massacranti. Potrebbe essere utile organizzare dei momenti formativi con gli infermieri durante l’orientamento scolastico alle superiori, spiegando ai ragazzi il significato del ‘prendersi cura’ delle persone in tutti gli ambiti del sistema sociosanitario. E’ un lavoro che, nonostante le difficoltà, si racconta ancora con passione. Mi innamoro ogni giorno di questa professione, che tornerò a svolgere con entusiasmo qualora questa tornata elettorale non dovesse andare per me a buon fine”.
Redazione Nurse Times
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