Mercoledì pomeriggio, tenda per tamponi Covid-19.
La tuta, le macchine, il sudore.
Arriva l’ennesima macchina, prendiamo nome, cognome, richiesta e si invita a parcheggiare oltre il tendone.
Prendo il materiale e mi armo di pazienza, mentre mi avvicino alla macchina leggo il nome, un’altra volta.
“Edoardo (nome fittizio), 4 anni”
Ottimo mi dico tra me e me, ora non sarà nemmeno semplice riuscire a fare questo tampone.
Arrivo alla macchina, apro la portiera ed il nostro Edoardo, un piccolo biondino bello come il sole, mi guarda con uno sguardo che va dall’ impaurito al ‘mo che vuole sto qua da me’.
La mamma prontamente interviene con una frase: “Ciao, ma tu vieni da Marte?”
Okay.. Con la mia enorme perspicacia, guardo la madre, con un occhio speranzoso di un ulteriore indizio sul perché della domanda.
Veloce scambio di sguardi e grazie ad un occhiolino capisco che DEVO stare al gioco.
‘Ottimo’, proseguo così:
“No, io sono Alessio e vengo da Giove, tu dovresti essere Edoardo, giusto?” Per un volta sento di aver capito al volo la cosa da fare.
La mamma mi guarda felice.
Edoardo sempre perplesso, ma risponde con un si malapena accennato.
Giunti a questo la mia autonomia in merito a recitazione sta per finire, *altro sguardo alla mamma*.
“Edo, questo signore deve farti il tampone per vedere se da grande potrai andare nello spazio con lui, allora lo facciamo? “
‘Grande Mamma’, prendo la palla al balzo, ” Si Edo, guarda, questo tampone serve a vedere se, quando sarai grande potrai venire con noi ad esplorare lo spazio, lo hanno fatto un sacco di bambini oggi. Faccio velocissimo e poi via, va bene!? “
La speranza di una risposta positiva si fa sentire, il sudore anche.
Edoardo, schiarisce piano piano lo sguardo ma rimane sull’attenti, come quando un gattino si avvicina al cibo ma sa che c’è qualcuno intorno a lui.
“Si, va bene”
‘Grande Edoardo’
Spiego alla madre come andrò ad effettuare il prelievo, accertandomi che anche il piccolo capisca più o meno, cosa faremo.
Si parte.
Faccio sto tampone che nemmeno un pit stop della Formula 1, controllando comunque di averlo fatto bene.
Edoardo, dopo un iniziale colpo di tosse post tampone, misto ad odio e disprezzo verso ‘quelli che vanno nello spazio’, mi saluta e con sguardo inquisitorio verso la madre, si appresta ad andare a casa dove lo aspetta un gran gelato, promesso poco prima.
Chiudo la porta.
Saluto la madre.
E osservo la macchina andare via. Pensando alla geniale idea di quella mamma, che senza pensarci un secondo, ha creato una storia fantastica. É inutile le mamme hanno una marcia in più.
Ritorno verso la tenda, sentendomi un pochino quell’astronauta della storia.
PS: sotto la mascherina riproduco i suoni della radio Nasa durante la celebre comunicazione ‘brrr, bzz brrr, bzzz Houston abbiamo un problema’
Fine.
Alessio Madrignani
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