“L’infermiere è un professionista che si eleva da un contesto materiale, e che si pone come obiettivo l’attenzione all’uomo. E’ una professione rivolta a quest’ultimo, ai suoi bisogni e ai suoi limiti, a tutto quello che praticamente mette nella fragilità e debolezza la vita umana nella sua fisicità e nella sua corporeità”: questo è quanto afferma nell’ultima intervista concessa per Nurse Times Don Aniello Manganiello, un parroco conosciuto per aver esercitato la sua attività nella periferia napoletana di Scampia, combattendo in prima persona la criminalità organizzata e strappando alla manovalanza della camorra tantissimi giovani.
Per usare un immagine biblica, il parroco paragona la nostra figura professionale al buon samaritano che si prende cura del suo simile e delle sue piaghe. L’infermiere è un individuo che fa esperienza del limite fisico di ogni creatura umana, come la malattia che è espressione della sua imperfezione.
“Bisogna andare al di la dell’aspetto religioso e delle sue distinzioni: credente o non credente, ateo o non ateo, cristiano o non cristiano, si deve mettere al primo posto l’uomo nella sua interezza. Per l’infermiere, l’obiettivo e l’oggetto dei suoi servizi è il malato, l’essere limitato dalla malattia e reso inabile: il rispetto della vita umana e il diritto naturale alla salute, come è citato nell’art. 32 della Costituzione, devono essere presi nella loro totalità.”
Don Aniello Manganiello conclude l’intervista lanciando un messaggio a tutti gli infermieri: ”…abbiate come obiettivo il servizio all’uomo, soprattutto a colui che è più provato, mettendo al centro le sue necessità; chiedete a voi stessi un atteggiamento fatto di onestà e correttezza, e donatevi totalmente, mettendo in gioco la vostra professionalità e la vostra preparazione .”
Savino Petruzzelli
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