Il documento finale del tavolo tecnico ministeriale sui nuovi modelli assistenziali ha elaborato quattro ambiti specifici per gli infermieri: infermieristica di famiglia-comunità; assistenza infermieristica domiciliare; assistenza infermieristica ambulatoriale; ospedali di comunità.
Dopo aver ripreso l’infermieristica di famiglia/comunità, esaminiamo un altro ambito di competenza elaborato nel documento ministeriale: gli Ospedali di comunità
Le degenze territoriali di prossimità a gestione infermieristica (ospedali di comunità) sono uno degli ambiti in cui si esprime l’infermieristica di famiglia/comunità e rientrano negli obiettivi che il Ministero della salute ha identificato per l’utilizzo appropriato della rete ospedaliera e per il potenziamento delle cure primarie.
Sono strutture a vocazione multifunzionale operative nelle 24 ore e destinate a trattare persone affette da patologie cronico-degenerative in fase non acuta, tendenzialmente stabilizzate, e con esigenze diversificate.
L’assistenza erogata si pone con modalità intermedia tra il ricovero ospedaliero e l’assistenza domiciliare o residenziale con le quali non si pone in alternativa, ma in rapporto di forte integrazione e collaborazione.
L’infermiere di famiglia/comunità operante in tali strutture, prende in carico prevalentemente pazienti che necessitano di sorveglianza infermieristica continuativa o di interventi sanitari che sarebbero potenzialmente erogabili a domicilio a causa del riacutizzarsi di patologie croniche ma che, in mancanza di idoneità del domicilio (strutturale e familiare), necessitano di ricovero in queste strutture.
La gestione dei processi di cura, assistenza e gestione negli ospedali di comunità è infermieristica. Gli infermieri, oltre a porre in essere quanto prescritto dal mmg di ognuno dei pazienti “ricoverati”, pianificano e attuano i processi assistenziali, valutano e comunicano ai mmg la risposta ai trattamenti, individuano elementi di eventuale instabilità clinica, attivano, in accordo con i mmg, le figure sanitarie necessarie al paziente e pongono in essere quanto di necessità per garantire la continuità assistenziale e l’interazione con la rete dei servizi territoriali e ospedalieri.
L’obiettivo da raggiungere è il recupero della stabilità clinico assistenziale e della maggiore autonomia possibile per il rientro al proprio domicilio del paziente.
Fonte: Ipasvi
Immagine: iltirreno.gelocal.it
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