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Disturbi intestinali in vacanza: conosciamoli meglio

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Disturbi intestinali in vacanza: conosciamoli meglio
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Rilanciamo un approfondimento sul tema a cura del dottor Alessandro Fugazza, gastroenterologo di Humanitas.

D’estate, specie quando si va in vacanza, i disturbi intestinali possono essere particolarmente diffusi. L’alimentazione spesso non proprio corretta, gli aperitivi, i pranzi e cene abbondanti, magari al ristorante, non sempre consentono di mantenere un atteggiamento alimentare sano. Quali sono i disturbi più comuni riguardanti l’apparato gastrointestinale in estate? E come comportarsi? Ne parliamo col dottor Alessandro Fugazza, gastroenterologo di Humanitas.

Gonfiore – Spesso, dopo un pasto, si ha la sensazione di avere un palloncino nella pancia con tensione a livello dell’addome: questa sensazione è dovuta all’accumulo di aria nell’intestino. La prima cosa da fare, in caso di gonfiore, è ridurre gli alimenti che fermentano o che possono aumentare il disturbo, per esempio: legumi, pizza, bibite gassate. Nel caso il disturbo sia particolarmente fastidioso o difficile da gestire, si può ricorrere a farmaci da banco antispastici, in grado di regolare la muscolatura delle pareti dell’intestino. Un ulteriore aiuto è dato da rimedi naturali come il sorseggiare tisane a base di finocchio, zenzero e cannella, oppure dagli antimeteoritici a base di simeticone.

Stitichezza – In vacanza le buone regole alimentari spesso vengono trascurate, ed è comune dimenticarsi di frutta e verdura, in virtù di cibi ricchi di grassi e carboidrati, come fritti, pane, pizza, panini. L’intestino potrebbe risentirne causando diversi problemi. La stitichezza è uno dei più comuni. Oltre a riprendere il prima possibile delle abitudini alimentari più sane, cercando di reintrodurre frutta e verdura con regolarità, possiamo inserire una maggiore quantità di acqua, ottima per ripristinare il corretto transito intestinale, insieme a prugne secche o altri alimenti particolarmente ricchi di fibre. È possibile chiedere consiglio al farmacista e optare per lassativi o probiotici, microrganismi vivi che mantengono in equilibrio dell’intestino pigro, o nel caso nessuno di questi consigli risolva il problema è necessario chiedere un consulto allo specialista.

Diarrea – La diarrea in vacanza ha diverse cause: dai cibi mal conservati, all’assunzione di bevande troppo fredde, a sbalzi di temperatura tra l’interno dei locali con aria climatizzata e l’esterno. In caso di attacchi acuti, è il caso di optare per farmaci a base di loperamide; se è sporadica, meglio optare per medicinali astringenti, anche a base di estratti vegetali come limone e passiflora, da associare a fermenti lattici e integratori di potassio e magnesio, per reintegrare liquidi e sali minerali persi.

Cattiva digestione – La cattiva digestione è la conseguenza naturale dell’assunzione di pasti abbondanti e consumati in fretta. Per contrastarla, è bene non eccedere con fritti, salumi e cibi grassi a tavola, che possono peggiorare i sintomi. Se ciò non è fattibile, si può cercare di limitare le porzioni. Anche la postura ha un suo ruolo nella digestione: tenere la schiena dritta è fondamentale per non comprimere il diaframma, che premendo su stomaco e polmoni potrebbe compromettere la corretta funzione dell’apparato digerente. Dopo un pasto molto abbondante, comunque, si può scegliere una tisana digestiva, meglio se tiepida, e cercare di tenersi leggeri nel pasto successivo.

Reflusso gastroesofageo – Il reflusso gastroesofageo provoca bruciore dietro lo sterno e rigurgito acido in bocca, ed è dovuto alla presenza di acido nell’esofago. Il reflusso può essere legato a fattori anatomici come ernia iatale o a un’alterata funzionalità del cardias, la valvola che separa l’esofago dallo stomaco. Chi ne soffre dovrebbe evitare cibi troppo acidi, come bevande gassate, vino, pomodori, cioccolato, caffè, menta, agrumi. Il farmacista potrebbe anche proporre farmaci contro l’acidità, o alginati per attenuare i sintomi e neutralizzare l’acido. Se il disturbo persiste, però, è necessario chiedere un consulto allo specialista.

Redazione Nurse Times

Fonte: Humanitas Salute

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