Daniela Venturi è una Infermiera Coordinatrice ed ha la passione per la formazione, la ricerca e la scrittura
Lavora da diversi anni presso la Casa di Riposo – Residenza “La Fiorina” di San Marino. Dopo anni di studi ha presentato alle stampe il suo primo lavoro editoriale.
Eccolo in anteprima per NurseTimes.org. Si tratta di “Abbandonarsi – Ascolto attivo con il paziente demente“. L’opera è stata coordinata dal punto di vista editoriale da Floriano Andreini.
Ha un Master in Counseling and coaching Skills, ottenuto presso l’Università di Urbino due anni fa. Il libro è stato tratto dalla tesi finale. Nel volume, inoltre, è presente tutta la sua esperienza professionale nel settore.
Daniela, che abbiamo incontrato nelle scorse settimane a Santarcangelo di Romagna, è visibilmente commossa per il traguardo raggiunto.
“Il libro descrive il metodo dell’ascolto attivo. Ecco è atto intenzionale che impegna la nostra attenzione a cogliere quanto l’altro ci riferisce. Ciò sia in modo esplicito, sia in modo implicito”. – ci spiega Venturi.
“Ci impegna cioè, a riflettere su quanto si ascolta tramite un consapevole sforzo meta-comunicativo.
Per la sua capacità di favorire l’apertura al dialogo, l’ascolto attivo è lo strumento principe della psicoterapia e, più in generale, delle relazioni d’aiuto.
Tuttavia esso può diventare un alleato speciale anche nelle relazioni quotidiane di ognuno di noi.
Infatti ci consente di stabilire un contatto autentico con l’altro e di avviare con lui un tipo di comunicazione più efficace e proficua.”
La nostra interlocutrice opera in una Residenza Sanitaria Assistenziale. E’ Coordinatore Infermieristico da sei anni. Si è subito appassionata al settore. Ha affinato le relazioni nei confronti degli ospiti affetti da Demenza.
Dall’accoglienza dell’ospite al sostentamento della famiglia. Daniela ha intrapreso un viaggio insieme ai suoi pazienti e ai loro cari. Ha messo in atto tutte le tecniche relative all’ascolto attivo, fondamentali per creare una relazione di fiducia reciproca.
“L’uomo in quanto essere umano che si trova derubato di tutto si perde in una nuova dimensione a lui sconosciuta, senza sapere quale sia la meta e senza comprendere perché coloro che lo circondano non riescono ad entrare nel suo nuovo mondo.”
Questa è la sua percezione quando si trova a fronteggiare l’ospite demente. Il percorso da intraprendere con l’assistito non è standardizzabile.
Per cui ogni volta occorre rimettersi in gioco. Bisogna continuamente comprendere quale scelta è più opportuna e quali strumenti utilizzare. Ovvio che tutto ciò dipende anche dalla stadiazione della patologia.
Il volume è un utile strumento a disposizione degli Infermieri Italiani. E di tutti coloro che hanno a che fare quotidianamente con la demenza.
L’esordio della malattia è la fase più difficile da affrontare, spiega Daniela. La non accettazione da parte dell’interessato e della famiglia è deleteria. Qui entra in gioco la bravura del professionista sanitario.
L’ascolto attivo dedica spazio alla persona. Essa si sente accolta fin da subito. Le tensioni si allentano portando alla luce le paure e riducendo le frustrazioni della diade paziente-famiglia.
Imparare ad ascoltare attivamente ci rende capaci di:
- evitare errori molto comuni che contribuiscono a formare delle “barriere” nella comunicazione che portano a quelle facili incomprensioni di cui ognuno di noi ha esperienza;
- diventare più sensibili e attenti al vissuto emotivo che accompagna ogni comunicazione e si esprime attraverso il linguaggio paraverbale e non verbale, consentendoci di andare oltre ciò che viene espresso con le parole;
- padroneggiare la tecnica del rispecchiamento empatico che ci consente di comunicare all’altro la nostra presenza nella relazione e gli darà la netta sensazione di essere ascoltato e compreso.
“Oggi più che mai sento il bisogno di trovare metodologie più appropriate nel campo delle relazioni” – aggiunge la Venturi.
“Questo per oltrepassare quelle immense barriere che assume il paziente affetto da demenza e nel sostenere i sentimenti che pervadono la sfera familiare.”
La presa in carico del Paziente demente deve essere totale. Non c’è solo la parte bio-medicale. C’è soprattutto quella umana e assistenziale dal punto di vista olistico.
Il paziente e i suoi cari hanno una propria cultura, un proprio senso della vita, le proprie paure, i propri sentimenti, i propri bisogni di salute.
La demenza, nelle sue diverse fasi, può risultare dolorosa non solo per chi ne è affetto. La sua famiglia, come dicevamo, va sostenuta e presa in carico nell’immediato.
I familiari non si devono sentire in colpa per l’abbandono, che tale non è. Si tratta solo dell’affidamento dell’assistito alle cure dei professionisti del settore.
“Tutti noi siamo apprendisti e insegnanti insieme.”
Per concludere, l’opera sarà presentata nei prossimi giorni a San Marino. Consta di ben 54 pagine ed è in formato tascabile.
Non ci resta che augurare un grosso in bocca al lupo alla collega Daniela Venturi per la sua brillante opera prima!
Il volume sarà presentato in anteprima a San Marino il prossimo 23 giugno a partire dalle ore 17.30. L’appuntamento è previsto presso la RSA Residenza “La Fiorina” nello Stato del Titano. Tanti gli interventi previsti, tra cui quello di: Gregory Lo Bianco (medico), Edoardo Barvas (neuropsicologo), Chiara Monaldini (neurologa), Melissa Biordi (psicologa), Carlo Pantaleo (coordinatore vari progetti sociali), Emanuele Rossini (amministratore “La Fiorina”), Marino Albani (presidente Società Unione di Mutuo Soccorso) e Sante Lonfernini (presidente fondazione “Casale La Fiorina”). Per l’occasione molto atteso l’intervento di Renato De Nubila dell’Università degli Studi di Padova. Ovviamente interverrà anche l’autrice, Daniela Venturi, Infermiera Coordinatrice.
Andrea Delle Foglie
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