Dopo la sconfitta di quattro anni fa in primo grado, i sette infermieri, costretti a svolgere mansioni spettanti agli oss (che mancano), hanno vinto in appello. Il risarcimento ammonta a 115.000 euro, che l’ospedale Brotzu ha deciso di pagare, senza tentare ulteriori ricorsi.
Oltre a svolgere i compiti previsti dal contratto, hanno spesso dovuto svolgere tutte le attività di supporto e igienico-sanitarie per sopperire alla carenza di oss. Per questo motivo sette infermieri del Brotzu di Selargius (Cagliari) saranno risarciti dall’ospedale con la somma di 115.000 euro. Lo ha deciso il giudice d’appello, accogliendo il ricorso dei lavoratori e ribaltando la sentenza di primo grado, che nel luglio del 2019 aveva dato loro torto.
Riconosciuti, dunque, i danni derivanti dal demansionamento. Gli infermieri erano infatti costretti a pulire i pazienti, compito spettante invece agli operatori socio-sanitari. Il Brotzu, dal canto suo, ha deciso di aprire il portafogli e non tentare ulteriori ricorsi.
“È una magra vittoria, non tanto per i colleghi che si sono visti riconoscere i propri sacrosanti diritti, quanto perchè la situazione di crisi va avanti – commenta il sindacato Nursing Up, guidato in Sardegna da Diego Murracino -. La metà dei reparti del Brotzu è ancora senza oss e le prime vittime sono i pazienti, i malati, lasciati allo sbaraglio e abbandonati. L’Azienda non vuole pagare e la Regione non le permette di fare nuove assunzioni di centinaia di oss”.
E ancora: “Per gli infermieri, svolgere ruoli non adatti e che non hanno niente a che fare col loro percorso di studi, che li ha portati a laurearsi, rappresenta prima di tutto un gravissimo danno all’integrità professionale. Un laureato ha responsabilità ben più elevate che quella di pulire pazienti”.
Redazione Nurse Times
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