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Covid-19: sarà un’infermiera la prima ad essere vaccinata nel Lazio

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Vaccino Covid-19: sarà un’infermiera la prima ad essere vaccinata nel Lazio
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Tutto sembra essere ormai pronto nella regione Lazio per dare il via alla campagna vaccinale di massa che permetterà di debellare il coronavirus nCoV-2019. 

A darne notizia è l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato. Lo stesso, in un intervista per il al giornale “Corriere”, ha annunciato come la prima persona a sottoporsi al vaccino sarà un’infermiera.

Quando verrà iniettata la prima dose di vaccino anti-Covid nel Lazio?
«Il 15 gennaio, anche se stiamo ancora cercando di capire se ci sarà una data unica a livello europeo».

Chi sarà la prima persona vaccinata nel Lazio?
«Sarà una donna e sarà un’infermiera. Proprio come a New York».

Quanti saranno i vaccinati in questa prima fase?
«Il numero preciso è 202.384. E ognuno riceverà sia la prima che la seconda dose del vaccino Pfizer, che dovranno essere inoculate a distanza di 4 settimane».

In quanto tempo verranno somministrate?
«In una decina di giorni».

A chi saranno destinate?
«Al personale sanitario e agli ospiti delle Rsa. Voglio però ricordare che la vaccinazione sarà su base volontaria, ma noi speriamo che ci sia piena adesione».

Si può fare una stima numerica?
«Gli ospiti di tutte le Rsa del Lazio sono 18.162. Mentre il personale operante, compresi medici, infermieri, medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, farmacisti, è costituito da 168mila unità».

Se tutti aderissero avanzerebbero circa 16mila dosi: a chi verranno destinate?
«Anche nell’ottica che non ci sia una piena adesione, stiamo preparando un piano per le riserve, che potranno essere anche gli specializzandi in medicina, ma anche altre tipologie».

Ad esempio?
«Le priorità riguardano le classi d’età e abbiamo fatto un gran lavoro per classificarle: ci sono ad esempio 178mila ultra 85enni e altrettanti 75enni-84enni. Ci sono persone fragili che avranno la priorità: penso ad esempio a chi ha patologie croniche, ai trapiantati, ai malati oncologici, ai cardiopatici. È importante avere a disposizione ulteriori piani».

Per quanto riguarda il personale c’era stata la possibilità di scegliere se sottoporsi o no al vaccino, come è andata?
«Sì certo, la manifestazione di volontà… In oltre 152mila hanno già risposto. Una percentuale ottima, anche se la nostra speranza è quella di riuscire a coprire la quasi totalità, visto che sono loro la categoria più a rischio».

Anche tra i medici ci sono dubbi su questo vaccino?
«È legittimo, aspettiamo le autorizzazioni di Ema (Agenzia europea per i medicinali, ndr) e Aifa (Agenzia italiana del farmaco, ndr), poi verificheremo. Se qualcuno ci ripenserà e non vorrà farlo in questa fase, possiamo sempre inserirlo in un secondo momento».

Con che ritmi procederà?
«La nostra capacità vaccinale sarà di un milione di persone al mese, ma tutto dipenderà dalla periodicità degli arrivi. E questo è indipendente da noi».

Chi somministrerà il vaccino?
«Il nostro personale. Poi se arriverà quello di AstraZeneca, che è più semplice da gestire, attiveremo i 4.000 medici di base e i 400 pediatri che partecipano solitamente alla campagna antinfluenzale».

Quando arriverà la seconda fornitura?
«L’obiettivo è una spedizione ogni 15 giorni. Quindi i primi di febbraio dovrebbe arrivare ancora una quantità simile, forse qualcosa in più».

Quali sono i luoghi di stoccaggio che sono stati individuati?
«Gli hub sono San Filippo Neri per la Asl Roma 1, Pertini (Rm2), Grassi (Rm3), Civitavecchia (Rm4), Colleferro (Rm5), Castelli (Rm6), e poi Gemelli, San Camillo, Sant’Andrea, Tor Vergata, San Giovanni, Spallanzani, Regina Elena, Bambino Gesù, Policlinico Umberto I, Campus Biomedico. Oltre a Belcolle di Viterbo, Spaziani di Frosinone, San Camillo De Lellis a Rieti e Santa Maria Goretti a Latina».

Lei si vaccinerà?
«Certo che sì, ma mi metterò in fila. Lo farò quando arriverà il mio turno, ovvero quello della fascia d’età 45-59».

Dott. Simone Gussoni

Fonte: corriere.it

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