La risposta immuniologica sarebbe addirittura tripla con un intervallo superiore rispetto ai tempi più lunghi già applicati. Intanto l’Ema ha esteso a 31 giorni il periodo di conservazione della fiala scongelata e non aperta.
Un ulteriore prolungamento dell’intervallo tra la prima e la seconda dose di vaccino Pfizer rispetto ai tempi più lunghi già applicati, già ipotizzato da fonti di Governo, potrebbe essere preso in considerazione sulla base di nuovi dati scientifici, in via di pubblicazione su una autorevole rivista scientifica. Tali dati evidenzierebbero che a circa tre mesi dalla prima somministrazione (12 settimane) si ha una risposta immunologica tripla rispetto all’intervallo di 21 giorni previsto inizialmente per il richiamo, soprattutto nei soggetti più anziani.
Intanto il comitato per i medicinali per uso umano dell’Ema ha esteso il periodo di conservazione approvato della fiala scongelata e non aperta del vaccino Pfizer/BioNtech a 2-8°C (cioè in un normale frigorifero) da cinque giorni a un mese (31 giorni). L’estensione è stata approvata in seguito alla valutazione di ulteriori dati sugli studi di stabilità presentati dalla casa produttrice. “Si prevede che una maggiore flessibilità nella conservazione e nella manipolazione del vaccino avrà un impatto significativo sulla pianificazione e la logistica”, del suo utilizzo negli Stati membri dell’Ue, si legge nella nota dell’Agenzia regolatoria europea.
Le modifiche descritte saranno incluse nelle informazioni pubblicamente disponibili sul vaccino e l’etichettatura del prodotto sarà aggiornata di conseguenza. L’Ema è in contatto continuo con le case farmaceutiche produttrici dei vaccini anti-Covid per essere informata sui miglioramenti che le aziende stanno mettendo a punto per la produzione e la distribuzione di questi farmaci in Europa.
Redazione Nurse Times
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