Riceviamo e volentieri pubblichiamo una riflessione della collega Fabiana, che lavora nel raparto Covid della città lombarda.
Non sorrido più tanto, perché sorridere costa fatica. Il viso fa male, la fronte è segnata dal casco, il naso brucia, le orecchie sono rosse, la gola secca, il caldo del camice. Non si va in bagno per un intero turno per paura di contagiarsi. Se la cuffia gratta, bisogna sperare che il prurito passi da solo. Ci si spoglia fradici di sudore, si esce e si ha fame d’aria. Sì, perché respiriamo più anidride carbonica che ossigeno.
Abbiamo deciso di essere infermieri, di rischiare le nostre vite sempre, ancora prima che tutti voi vi accorgeste di noi. Ma nessuno ha mai immaginato di doversi scontrare con un bollettino di guerra che peggiora ogni giorno. Siete stressati a stare in casa. Immaginate quanto raddoppia la percentuale di stress che invece abbiamo noi.
Qui i pazienti sono soli. Hanno solo noi che cerchiamo di rispondere a tutti, ma non sempre è possibile. Situazioni che non dimenticheremo mai. E poi abbiamo paura, se ci è concesso. Di infettarci, di infettare i nostri cari. Perché poi a parlare sarà il nostro senso di colpa, la nostra (e dovrebbe essere anche la vostra) responsabilità. Sì, siamo stanchi, fa male tutto, ma più di tutto fa male il cuore.
Fabiana Baronio – Infermiera
Aiutateci ad aiutarvi
Lascia un commento