Sul sito dell’azienda farmaceutica americana sono indicati i criteri di reclutamento.
Essere arruolati in uno studio scientifico con l’obiettivo di individuare un vaccino contro il coronavirus è una scelta che dipende da motivazioni e da sensibilità personali. Ma è bene ricordare che si tratta di un processo molto regolato, che punta a offrire il massimo della sicurezza ai partecipanti. E nel giorno in cui viene diffusa la notizia che il gruppo farmaceutico americano Pfizer, insieme alla società tedesca di biotecnologie BioNTech, è riuscito a creare un vaccino contro il Covid-19 con un grado di efficacia pari al 90%, vale la pena riflettere sul coraggio civile che una tale scelta comporta.
Sul sito della Pfizer si chiarisce quali sono gli obiettivi e i criteri di inclusione e di esclusione dalla ricerca. I criteri di esclusione sono molto rigidi e fanno riferimento alle patologie pregresse o ai rischi potenziali di contrarne di nuove. Si va dalle condizione psichiatriche del soggetto richiedente, che non deve presentare disturbi mentali, fino a un lungo elenco di patologie “escludenti”, che comprendono al positività a virus come l’hiv o il virus dell’epatite, ma anche patologie non infettive ma gravi come l’ipertensione, il diabete, l’asma e una storia precedente di tabagismo. I criteri di esclusione sono circa una trentina, e vengono valutati molto attentamente dai medici prima che un volontario al test sui vaccini venga accettato.
Tolte queste categorie i criteri di inclusione sono molto ampi. Può partecipare allo studio per il nuovo vaccino chiunque, uomo o donna, appartenga alla fascia di età compresa fra i 18 e i 55 anni oppure tra i 65 e gli 85 anni. Anche i minori di 12 anni (ma non in Europa) possono aderire una volta che ci sia l’approvazione dei genitori. Naturalmente tutti devono essere consapevoli dei rischi e in grado di offrire un consenso informato.
Sul sito si entra in dettagli maggiori, che riguardano le visite e le procedure necessarie, e insieme sono spiegate le regole di ingaggio. Ogni partecipante, per esempio, sarà assegnato in base a criteri puramente casuali al gruppo che testerà il vaccino, oppure al gruppo di controllo che riceve unicamente un “placebo”, quindi una sostanza inerte. “Offrirti volontario per questa ricerca: ti permette di fare la differenza”, recita l’appello.
Redazione Nurse Times
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