I pazienti trattati col farmaco antivirale hanno evidenziato “miglioramenti continuativi e clinicamente significativi su diversi parametri di valutazione” rispetto a quelli trattati con placebo.
I risultati finali dello studio condotto dall’americano Niaid (National Institute of Allergy and Infectious Diseases) su adulti ricoverati in ospedale con Covid-19 lieve e moderato o grave, pubblicati sul New England Journal of Medicine (Nejm), confermano quanto di buono si dice sull’efficacia del Remdesivir contro il virus. Stando ai trial di fase 3 Actt-1, costruiti sui risultati preliminari pubblicati sul Nejm a maggio 2020, i pazienti trattati con questo farmaco hanno infatti manifestato “miglioramenti continuativi e clinicamente significativi su diversi parametri di valutazione” rispetto a quelli trattati con placebo.
I dati provano inoltre che l’uso dell’antivirale “ha determinato un tempo di recupero più rapido rispetto a quanto già comunicato in precedenza”. Nei risultati preliminari a 15 giorni il Remdesivir, più lo standard di cura, aveva ridotto il tempo di recupero di quattro giorni rispetto al placebo. Nei pazienti che hanno assunto l’antivirale si è evidenziato il 50% di probabilità in più di migliorare entro 15 giorni rispetto a quelli che avevano assunto placebo, e l’effetto è stato mantenuto per circa un mese (fino al giorno 29).
I benefici del Remdesivir si sono rivelati maggiori quando è stato somministrato entro dieci giorni dall’insorgenza dei sintomi. Infine si è verificata la tendenza a una riduzione della mortalità dopo 15 e 29 giorni nei pazienti trattati con remdesivir rispetto a quelli trattati con placebo.
“I risultati dello studio Actt-1 – spiega Andre Kalil, professore di Medicina interna e direttore del Programma di malattie infettive da trapianto all’Università del Nebraska, nonché principale autore dello studio – dimostrano che, nei pazienti ospedalizzati con polmonite da Covid-19, Remdesivir è il primo farmaco antivirale a essere significativamente associato a un tempo di recupero più breve: cinque giorni prima per tutti i pazienti e sette giorni prima per quelli più gravi. Al contempo è associato a una minore progressione verso la ventilazione meccanica. I dati di cui disponiamo ora suggeriscono che somministrare Remdesivir a pazienti in ossigenoterapia può ridurre in modo significativo le probabilità di morte”.
Redazione Nurse Times
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