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Coronavirus, solo un anticorpo monoclonale funziona contro variante Omicron

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Coronavirus, solo un anticorpo monoclonale funziona contro variante Omicron
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L’immunologo Mario Clerici, intervistato da AdnKronos Salute, avverte sull’importanza di avere a disposizione le pillole antivirali.

L’arma rappresentata dagli anticorpi monoclonali sta perdendo efficacia contro la variante Omicron del coronavirus: stando agli ultimi studi, ne funziona solo uno. Ed è ancora più importante avere a disposizione le pillole antivirali. Questo tipo di terapia ha infatti permesso di trasformare l’Aids da malattia mortale a malattia cronica, con sopravvivenza simile a quella dei non infetti con Hiv. “Tutto ciò è stato possibile grazie agli antivirali. Sappiamo che funzionano e che sono la terapia che nel lungo termine fa la differenza”, spiega Mario Clerici, docente di Immunologia all’Università degli Studi di Milano e direttore scientifico della Fondazione Don Gnocchi, intervistato da all’AdnKronos Salute.

Negli ospedali italiani è stata avviata la distribuzione del primo di questi antivirali orali, la pillola di Merck (Msd fuori da Usa e Canada) denominata molnupiravir. Quattro compresse al giorno per un ciclo della durata di cinque giorni: questa la modalità di assunzione. Potrà cambiare il quadro negli ospedali, dove si avverte in misura crescente la pressione del Covid, sull’onda del boom di contagi? “Rispetto a sei mesi fa quando non c’era niente, solo cortisone e ossigeno, per trattare questi pazienti, avere la disponibilità di farmaci antivirali che, anche se al 50-60%, sembrano essere in grado di impedire la progressione di malattia ci dà uno spazio immenso per muoverci”, sostiene l’immunologo.

“Il limite è il solito – avverte –. Sono farmaci che devi prendere subito, appena hai sintomi, per evitare il peggioramento della malattia. Il rapporto costo-beneficio è fantastico, ma questi farmaci non sono privi di effetti collaterali e sicuramente li hanno più dei vaccini. Sono farmaci potenti, perché il nemico da combattere è potente. Senz’altro ci hanno aperto una finestra immensa che fino a pochi mesi fa non c’era. Va ribadito in ogni caso che i farmaci non rimpiazzano i vaccini”.

E ancora: “Le persone devono vaccinarsi, perché col vaccino hanno la protezione. I farmaci sono un supplemento, qualcosa in più”. I vaccini sono la via maestra, “sia se vediamo la cosa dal punto di vista dei costi per la sanità pubblica, che sono più alti per i farmaci, sia per gli effetti collaterali”.

Conclude Clerici: “Adesso il modo migliore di usare le pillole antivirali è sui pazienti non vaccinati o con singola dose che arrivano in pronto soccorso con i primi sintomi e hanno fattori di rischio. Quello è il profilo perfetto. Ancora i medici sul territorio non sono pronti a usarli, essendo farmaci approvati da poco, qualcosa di nuovo, ma senz’altro presto si farà ed è importante che i medici del territorio sensibilizzino i pazienti che potrebbero beneficiare di questi trattamenti. Il vantaggio grosso è che sono pillole e sono più facili da usare rispetto ai monoclonali. Anche se a breve dovrebbero essere approvati anche monoclonali per via sottocutanea e diventerà molto più semplice gestirli”.

Redazione Nurse Times

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