L’azienda farmaceutica Usa ha comunicato che consegnerà al nostro Paese il 29% di fiale in meno rispetto a quelle concordate. Il commissario all’emergenza Covid minaccia azioni legali.
Lo scorso 15 gennaio la Pfizer ha comunicato unilateralmente che, a partire da oggi, consegnerà all’Italia circa il 29% (165mila dosi) in meno di fiale di vaccino anti-Covid rispetto alla pianificazione che aveva condiviso con gli uffici del commissario all’emergenza, Domenico Arcuri, e per suo tramite con le Regioni italiane. Inoltre ha unilateralmente deciso in quali centri di somministrazione del nostro Paese ridurrà le fiale inviate e in quale misura. Analoga comunicazione è pervenuta a tutti i Paesi della Ue. L’azienda farmaceutica statunitense ha infine annunciato che non può prevedere se queste minori forniture proseguiranno anche nelle prossime settimane, né in che misura.
Il commissario all’emergenza, preso atto della gravità della comunicazione nonché della sua incredibile tempistica, ha inviato una formale risposta a Pfizer Italia, nella quale esprime il proprio disappunto, indica le possibili conseguenze di una riduzione delle forniture e chiede l’immediato ripristino delle quantità da distribuire nel nostro Paese, riservandosi, in assenza di risposte, ogni eventuale azione conseguente in tutte le sedi.
In Italia si è raggiunto il primo milione di somministrazioni, a dimostrazione che la campagna di vaccinazione è stata avviata a ritmi che non hanno pari in nessun altro Paese Ue. L’ipotesi di iniziare la somministrazione del vaccino agli over 80, di provvedere alla seconda dose per il personale sanitario e sociosanitario e per gli ospiti delle Rsa, senza la totalità delle dosi necessarie, porta quindi un grave nocumento al suo proseguimento. E penalizzare l’Italia è assai più grave, considerando lo sforzo sinora profuso da tutte le Regioni per accelerare l’andamento delle somministrazioni.
Reddazione Nurse Times
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