Per il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus, bisogna “appoggiare Paesi con sanità debole, accelerare sui vaccini e contrastare la diffusione di voci infondate”. Individuata la struttura militare dove ospitare i circa 60 italiani di ritorno dalla città focolaio di Wuhan.
L’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato l’emergenza globale per il
coronavirus. Lo stato di emergenza
sanitaria pubblica di rango internazionale prevede che l’Oms formuli
“raccomandazioni temporanee. Si tratta di misure non vincolanti ma
praticamente e politicamente significative che possono riguardare viaggi,
commercio, quarantena, screening, cure. L’Oms può anche stabilire standard di
pratiche globali”, spiega l’Organizzazione su Twitter. Tuttavia Il
direttore generale dell’Oms, Tedros
Adhanom Ghebreyesus (foto), ha invitato ad evitare reazioni eccessive di
fronte all’epidemia del nuovo coronavirus e ha specificato: “Non raccomandiamo restrizioni nei
viaggi e nel commercio”.
Le raccomandazioni dell’Oms a tutti gli Stati sono dunque
state di applicare misure fondate, come “appoggiare
Paesi con sanità debole, accelerare sui vaccini, contrastare la diffusione di
voci infondate”. Nell’occasione l’Oms ha diffuso anche i dati sui
decessi e i contagi: quelli accertati sono 7834, di cui 7736 in Cina (circa il
99%) e 170 persone sono morte, tutte in Cina, dove 1.370 pazienti sono in gravi
condizioni.
In Italia intanto sarebbe stata individuata la struttura
militare dove verranno ospitati i circa 60 italiani di ritorno da Wuhan, la città cinese epicentro
dell’infezione di nuovo coronavirus. L’edificio, che si trova vicino Roma,
secondo quanto si apprende, è molto confortevole e ha tutti i requisiti per
ospitare i connazionali rimpatriati per i 14 giorni, il periodo dell’eventuale
incubazione del virus.
L’aereo militare che riporterà indietro gli italiani partirà
da Roma nella giornata di sabato. Se tutto sarà confermato, i connazionali
giungerebbero a Roma domenica, considerati i tempi tecnici per organizzare il
rientro e la messa a punto delle complesse questioni logistiche. Se il volo
dall’Italia dovesse partire sabato in serata, il rientro slitterebbe a lunedì.
Il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, nell’annunciare la decisione dell’organismo internazionale ha affermato che la Cina ha preso straordinarie misure per fare fronte all’emergenza del virus 2019-nCoV: ha isolato il virus, lo ha sequenziato e ha condiviso i dati con tutti. “Dobbiamo ringraziare tutti coloro che hanno lavorato ininterrottamente per tutto questo tempo”, ha affermato.Per l’Oms, però, non è possibile immaginare quanto grande sarà questa emergenza e quindi bisogna essere preparati ad affrontarla. Da qui la decisione di dichiarare l’emergenza internazionale.
“Ora ci sono 98 casi in 18 Paesi al di fuori della Cina, tra cui 8
casi di trasmissione da uomo a uomo in quattro Paesi: Germania, Giappone,
Vietnam e Stati Uniti d’America ha continuato il direttore generale Oms –.
Non sappiamo che tipo di danno questo virus potrebbe fare se si diffondesse in
un Paese con un sistema sanitario più debole rispetto a quello cinese. Dobbiamo
agire ora per aiutare i Paesi a prepararsi a tale possibilità“. Ghebreyesus ha anche invitato
gli Stati a condividere dati, le conoscenze e le esperienze con l’Oms e il
mondo: “L’unico modo per sconfiggere
questa epidemia è che tutti i Paesi lavorino insieme in uno spirito di
solidarietà e cooperazione. Siamo tutti insieme, e possiamo fermarlo solo
insieme”.
Si allunga la lista delle compagnie aeree che hanno sospeso i
viaggi aerei per la Cina, mentre Israele ha bloccato anche i voli in arrivo. La
Russia ha annunciato che chiuderà la frontiera terrestre con la Cina. Tempi
tecnici, autorizzazioni, rigidi vincoli sanitari e le lunghe distanze non
consentono di avere ancora dei tempi certi per il rientro dei cittadini
stranieri. I governi di Usa, Singapore e Giappone sono finora riusciti a
portare a casa i loro connazionali.
Intanto una nota della Commissione Centrale per l’Ispezione e
la Disciplina, l’organo del Partito Comunista Cinese che sanziona e punisce i
funzionari corrotti, ha richiamato tutti a una “rigida disciplina”,
avvertendo che verrà punito chi non metterà in pratica efficacemente le istruzioni
impartite dal presidente Xi e chi si macchierà di appropriazione indebita di
fondi e di materiale sanitario. Stessa sorte per le organizzazioni che
diffondono fake news o che si dedicano ad altre attività illegali. Per
correre ai ripari davanti al rischio di forti ricadute, anche sul piano
economico (si parla di un rallentamento anche al di sotto del 5% di crescita
nei primo trimestre), Pechino mette mano al portafogli, destinando 27,3
miliardi di yuan (3,57 miliardi di euro) alla lotta all’epidemia.
Redazione Nurse Times
Fonte: la Repubblica
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