E’ accaduto a Ladispoli, in provincia di Roma. Il sindaco ai cittadini: “Siate più responsabili”.
Pur avendo la febbre alta e una tosse continua, fra i sintomi più evidenti e noti del coronavirus, una donna di Ladispoli (Roma) ha organizzato ben due feste con trenta partecipani per gli otto anni di suo figlio, senza considerare il rischio a cui sottoponeva gli ospiti. Rischio che aveva pure intuito, essendosi sottoposta a tampone subito dopo i festeggiamenti. Lo ha raccontato lei stessa a ai medici durante il test: «Avevo febbre e tosse, ma ho comunque invitato amici e parenti per il compleanno del mio bambino».
Risultato: 60 persone in isolamento fiduciario. Un procedimento, quello della quarantena, che alcuni invitati non hanno affatto gradito. Finendo con l’attaccare pesantemente gli operatori della Asl Roma 4, che si erano subito attivati con il contact tracing per evitare un’ulteriore diffusione del contagio. Non sono mancati insulti e offese tali da portare alle lacrime gli operatori colpiti dalle accuse rivolte loro per «la privazione della libertà personale». Altri partecipanti alle due feste si sono invece scagliati contro l’incauta padrona di casa, che ha messo a repentaglio la salute di decine di persone.
Alessandro Grando, sindaco della cittadina laziale, che in pochi giorni ha contato 40 positivi, ha rivolto un appello agli abitanti: «Rinnovo a tutti l’invito a essere maggiormente responsabili e a scaricare l’app Immuni, che permette di tracciare i contatti e di essere informati nel caso in cui si venga a contatto con persone poi risultate positive. Come amministrazione comunale, intensificheremo i controlli, in particolare sul rispetto dell’obbligo di indossare la mascherina, ma per superare questo momento c’è bisogno di collaborazione da parte di tutta la città».
Redazione Nurse Times
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