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Coronavirus, l’Italia cambia ancora colore: altre 5 Regioni in zona arancione

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Coronavirus, l'Italia cambia ancora colore: altre 5 Regioni in zona arancione
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Si tratta di Abruzzo, Basilicata, Liguria, Toscana e Umbria, in aggiunta a Puglia e Sicilia. Resta da sciogliere il nodo Campania. Alto Adige verso un nuovo lockdown.

“Tutte le Regioni sono classificate a rischio alto di una epidemia non controllata e non gestibile sul territorio o a rischio moderato con alta probabilità di progredire a rischio alto nelle prossime settimane”. Così il report di monitoraggio settimanale del ministero della Salute e dell’Iss, a seguito del quale il ministro Roberto Speranza, dopo la conclusione del Comitato tecnico scientifico e sulla base dei dati elaborati dalla Cabina di regia, ha firmato l’ordinanza che prevede il passaggio in zona arancione di cinque Regioni a partire da mercoledì 11 novembre. Si tratta di AbruzzoBasilicataLiguriaToscana Umbria.

E presto potrebbe toccare anche alla Campania, che al momento è una Regione “osservata speciale”. Da fonti del ministero si apprende che per tutta la giornata di lunedì sono stati presenti in Regione Campania alcuni tecnici per controllare la filiera della raccolta dati e verificare se ci sono state falle e se queste possono essere “corrette” nelle prossime ore. Possibile addirittura un doppio salto: da Regione gialla a rossa.

Iss/1: “Situazione molto grave, varie Regioni in scenario 4” – Si conferma che l’epidemia in Italia è in rapido peggioramento. La maggior parte del territorio nazionale è compatibile con uno scenario 3, ma sono in aumento le Regioni in cui la velocità di trasmissione è già compatibile con uno scenario 4. Si conferma pertanto una situazione “complessivamente e diffusamente molto grave sull’intero territorio con criticità ormai evidenti in numerose Regioni”. Lo evidenzia il monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute. L’indice di contagio Rt calcolato sui casi sintomatici nel periodo 15-28 ottobre 2020 è pari a 1,72. Si riscontrano valori medi di Rt superiori a 1,5, ritenuta la soglia di rischio, “nella maggior parte delle Regioni italiane e superiori a uno in tutte Regioni”.

Iss/2: “Ritardo in ricezione dati consolidati da Regioni” – “Si osserva complessivamente una criticità nel mantenere elevata la qualità dei dati riportati al sistema di sorveglianza integrato – si legge nel report dell’Iss relativo alla settimana dal 26 ottobre al 1° novembre 2020 -, sia per tempestività (ritardo di notifica dei casi rapportati al sistema di sorveglianza su dati aggregati coordinati dal ministero della Salute) sia per completezza. Ciò ha comportato in questa settimana un ritardo nella ricezione dei dati consolidati dalle Regioni per la settimana 26 ottobre – 1° novembre, che al momento è il dato consolidato più recente. Di per sé, questo costituisce un’ulteriore prova della generale criticità di resilienza diffusa su tutto il territorio nazionale e dovuta alla gravità della situazione epidemiologica. Come conseguenza questo può portare a una sottostima della velocità di trasmissione e dell’incidenza”.

Rezza: “Situazione in peggioramento giustifica misure restrittive”“La situazione epidemiologica per quanto riguarda il Covid-19 continua a peggiorare con un Rt di 1,7. Abbiamo oltre 500 casi per 100mila abitanti e quasi tutte le Regioni italiane sono pesantemente colpite”. Lo ha detto il direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, che ha aggiunto: “Si registra un aumento dei ricoveri soprattutto in terapia intensiva. Questa situazione giustifica sia ulteriori provvedimenti più restrittivi, soprattutto nelle regioni più colpite, sia comportamenti prudenti da parte di tutti i cittadini”.

L’Alto Adige si prepara al lockdown – La giunta provinciale altoatesina ha ratificato l’istituzione di un nuovo lockdown della durata di almeno tre settimane. Una decisione forte, ma a questo punto inevitabile, a seguito della preoccupante situazione sia dei contagi che dei ricoveri in ospedale. L’Alto Adige inizierà da domani un lockdown molto simile a quello in vigore a marzo e aprile. Secondo l’Agenzia per i servizi sanitari regionali (Agenas), nei reparti di medicina generale, malattie infettive e pneumologia la capienza di pazienti è pari al 99%. Ad oggi i pazienti Covid ricoverati nei sette ospedali presenti sul territorio altoatesino sono 320. A Bolzano la terapia intensiva ha raddoppiato la soglia limite del 30%, raggiuingendo il 61% (41 ricoverati).

Boccia: “Le zone non sono pagelle, ma fotografia situazione”“Le zone rosse e arancioni identificate dalla Cabina di regia nel monitoraggio continuo dei dati non sono delle pagelle ai territori, ma rappresentano la fotografia di come ogni singola rete sanitaria territoriale è in grado di reggere l’evoluzione della pandemia”. Così il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, su Facebook, che esorta: “Servono grandi responsabilità, buon senso e senso civico da parte di tutti, proprio come abbiamo fatto insieme nei mesi più difficili di marzo, aprile e maggio. Restiamo accanto con impegno a medici, infermieri e operatori sanitar, che anche in questa seconda ondata lottano in prima linea per tutti. Ciascuno di noi può dare il proprio contributo, rispettando le regole. Il Governo continua senza sosta, insieme alle Regioni, a rafforzare le reti sanitarie territoriali e a sostenere con ristori automatici e immediati le attività economiche che subiscono nuove restrizioni per brevi stop. È l’unico modo per contenere l’epidemia, continuando a fare tutto quello che è possibile nel rispetto dei diritti di tutti. Salute e vita erano e saranno sempre la priorità assoluta”.

Redazione Nurse Times

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